Destra di burattini senza fili – Ormai, non ci si sorprende più di nulla, anche – o sopra a tutto – di quanto accade nel mondo della destra di governo.
E che al “Secolo d’Italia” non disturbi ascoltare – e rilanciare – le parole del presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, secondo il quale l’Italia altro non sarebbe che “il paese dei nipoti di quanti hanno stilato le leggi razziali”, tutto sommato, poco male.
Di conseguenza, non meraviglia neanche che al “Secolo” nessuno senta la necessità di correggere la tesi, sempre del Meghnagi, secondo la quale gli italiani, questa volta accomunati a tutti gli europei, sarebbero stati indistintamente “volonterosi carnefici” degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
Daniel Goldhagen
L’espressione usata dal capo della comunità ebraica meneghina, infatti, non è originale, ma appartiene alla penna e al pensiero del giornalista americano Daniel Goldhagen.
Espressione che diede il titolo all’opera più nota di questo intellettuale e che venne severamente giudicata dagli storici più seri di tutto il Vecchio continente, bocciando senza appello ciò che sì mal celava dietro a quel concetto.
E questo conferma solo come, sulla Shoha come su tante altre cose, a destra – o meglio: nella destra di governo attuale -, non c’è più spazio per il dibattito storico serio, ma solo per la propaganda politica contingente che, sulle vulgate storiche, si può e conviene costruire.
Detto questo, quel che non è accettabile è che queste espressioni siano state usate dal Meghnagi – e riportate dal “Secolo” – per criticare la performance sanremese del rapper tunisino Ghali, “reo” di aver cantato strofe in solidarietà alle inaudite sofferenze della popolazione civile di Gaza.
Ovviamente, Meghnagi e il “Secolo” hanno tutto il diritto di denunciare la parzialità del Ghali, dal loro punto di vista, e anche di lamentarsi che a Sanremo sia stato dato spazio per un messaggio solidale coi palestinesi, dimenticandosi di esprimere uno analogo per le vittime dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Non è in questo l’inaccettabilità della vicenda.
A far orrore, infatti, è la motivazione con cui il Meghnagi addita Ghali e il festival che gli lascia cantare la sua canzone solidale con la gente di Gaza: <Ebbene gli abitanti di Gaza hanno festeggiato con balli e distribuendo caramelle ai passanti, complimentandosi con chi ha commesso tale massacro. Quegli stessi abitanti hanno nascosto gli oltre 200 israeliani rapiti e detenuti in cattività in condizioni disumane. Molti tra loro sono prigionieri nei tunnel che partono dagli ospedali di Gaza di cui parla Ghali>.
In altre parole, il capo della comunità milanese sposa la tesi dei “falchi” israeliani, secondo i quali “non ci sono innocenti” nella Striscia e, per tanto, che ne siano stati assassinati quasi 30 mila poco importa: si tratterebbe comunque di “giustizia”.
Anzi, si tratterà e si tratterebbe comunque di azioni necessarie anche se, per tutto il 2024, come annunciato da Bibi Netanyahu, l’esercito israeliano – con la scusa di dover eliminare fino all’ultimo terrorista – dovesse uccidere ancora altrettanti bambini, donne e vecchi a Gaza e nei territori occupati.
Una posizione, quella di Meghnagi – e che il “Secolo” sembra sposare – che è alla base di una rivolta tra i diplomatici di mezzo mondo e che sta creando problemi anche all’amministrazione americana, tradizionale protettrice degli interessi e delle azioni di Israele.
Possibile che l’appiattimento agli interessi dei soggetti forti della scena politica internazionale occidentale sia diventato non solo così assoluto, ma anche così cinico, privo di pietà, di comprensione per le sofferenze dei popoli più deboli?
Evidentemente, è possibile. Specialmente per chi pensa che il proprio nonno sia un qualcuno di cui vergognarsi ogni giorno che Cristo manda in terra.
Anzi, più banalmente, ogni giorno che arriva, perché su Cristo, come dimostrano alcuni video girati a Gerusalemme nei giorni scorsi, è possibile, anzi, consigliabile sputare.
Massimiliano Mazzanti
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: