Festival di San Remo: una finale per oscurare il giorno del Ricordo? – Nel primo lustro del nuovo millennio, tra il 2004 e il 2004, “regnante” Silvio Berlusconi, furono istituiti, nell’ordine, il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo.
Le vittime della Shoha e i martiri delle Foibe furono elevati a momenti di solenne e pubblica commemorazione dell’intera Repubblica.
Da molti decenni prima di queste ricorrenze, dopo le tradizionali feste di fine anno, il primo grande evento nazionalpopolare dell’anno è stato tradizionalmente il Festival di Sanremo che, di norma, precedeva di poco l’arrivo della Primavera.
La RAI del PD renziano
Tutto ciò fino al 2015, quando, “imperante” Matteo Renzi, a capo di un tracotante Pd che pensava di aver definitivamente conquistato il potere politico nazionale chissà per quanti anni di lì a venire, curiosamente la kermesse canora più appassionante del Paese venne collocata sempre a cavallo tra la prima e la seconda settimana di febbraio, con un anticipo che ha determinato una sorta di “oscuramento mediatico” – guarda caso – della celebrazione degli italiani massacrati dai comunisti jugoslavi (e anche italiani) in quelle che furono le “terre irredente”.
Così accadde nel 2015 (apertura del festival il 10 febbraio e finale il 14); nel 2016 (dal 9 all’13 febbraio); nel 2017 (dal 7 all’11) e nel 2018 (dal 6 al 10). Le cose cambiarono temporaneamente col governo di Giuseppe Conte e Matteo Salvini, con un’anticipazione del Festival di Sanremo di qualche giorno, lasciando libero lo spazio dell’attenzione popolare alla riflessione sulla tragedia vissuta dagli istriani, dai dalmati, dai fiumani e dai triestini.
La competizione canora si svolse dal 5 al 9 febbraio nel 2019; al 4 all’8 nel 2020, addirittura dal 2 al 6 nel 2021 e dal 2 al 5 febbraio nel 2022. Curiosamente, perso il potere a seguito delle elezioni che determinarono l’ascesa di Giorgia Meloni il 22 ottobre 2022, i vertici della Rai nominati dai precedenti esecutivi, guarda caso, tornarono a scegliere come data d’inizio il 7 febbraio e come data conclusiva l’11, interferendo nuovamente con la commemorazione delle Foibe. Scelta scellerata che è stata rinnovata anche quest’anno, quando la serata conclusiva si terrà proprio il 10 febbraio.
Centrodestra disattento
Possibile che nessuno faccia mai caso a queste coincidenze maliziose? Possibile che ciò che non sarebbe accettato da chi ha cuore altre ricorrenze, debba essere tollerato per l’unica che mette in difficoltà e non è mai piaciuta solo a una parte dell’establishment politico progressista? Evidentemente, sì, è possibile.
Anche se, governando ormai da ben più di un anno, dai ministri competenti del nuovo governo sarebbe stato lecito attendersi un’attenzione maggiore per la Giornata del Ricordo dei Martiri delle Foibe.
Perché Sanremo sarà pure Sanremo, ma il sacrificio di decine di migliaia di italiani, a cui fece seguito anche l’esito forzato di altre centinaia di migliaia, avrebbe meritato e merita più rispetto. Anche da parte della Rai.
Massimiliano Mazzanti
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