Il sindaco di Torino vuole legalizzare il centro sociale Askatasuna – Quando ho letto che il sindaco di Torino vorrebbe legalizzare il centro sociale Askatasuna da sempre protagonista di violenza e disordine definendolo un bene comune mi chiedevo se lui e i consiglieri che appoggiano questa follia fossero reduci da un’abbondante consumazione di LDS (Lambrusco Di Sorbara).
Per meglio comprendere chi siano questi professionisti dello scontro è bene ricordare alcuni fatti.
La guerriglia in Val di Susa pianificata contro i cantieri della TAV eseguita con modalità tattiche militari ha portato la procura di Torino a indagare una quindicina di questi soggetti appartenenti al già menzionato centro sociale per associazione sovversiva.
Nella primavera del 2022 sono state eseguite 13 misure cautelari.
Una lunga lista di reati
Il gip di Torino non ha poi confermato il reato di associazione sovversiva nonostante le violenze, i pestaggi e gli atti preordinati contro le forze dell’ordine da sempre nel mirino di questi delinquenti.
Basta chiedere a operatori del reparto mobile e della DIGOS di Torino per verificare quanti agenti siano stati feriti nel corso di manifestazioni che sfociano quasi sempre in guerriglia urbana.
Questi attivisti non si limitano a creare e a fomentare disordini ma hanno creato un vero e proprio reame dove chi non si piega ai loro voleri viene aggredito e picchiato.
Anche pusher extracomunitari sono stati malmenati dagli antagonisti, rei di attirare la polizia per i controlli. Negli ultimi anni le aggressioni di Askatasuna sono state talmente numerose da meritarsi l’oscar del centro sociale più violento d’Italia.
Il carabiniere picchiato a Piacenza
Poi per non farsi mancare nulla esportano la loro esperienza in altri luoghi come a Piacenza nel febbraio del 2018 quando un carabiniere venne accerchiato e picchiato da un gruppo di antagonisti.
Tre di questi sono stati identificati e arrestati per violenza alcuni giorni dopo.
Le gesta dei 3 sono state ben descritte dal gip di Piacenza che cita: “sono professionisti dello scontro violento… Si muovono in varie zone d’Italia solo apparentemente sorretti da nobili ideali ma in realtà in un contesto di sistematica e pretestuosa contrapposizione con le forze di polizia”.
Gli episodi che li vedono protagonisti sono tantissimi e la procura di Torino ha aperto numerose inchieste su questi soggetti, alcuni dei quali finiti in carcere.
Un business totalmente illegale
Oltretutto all’ interno del centro sociale vengono fatti cene, convegni, eventi a pagamento e senza che nulla venga rendicontato.
Il comune non è mai intervenuto per porre freni e controlli a questo centro del tutto illegale ma ovviamente tollerato e coccolato dalla sinistra.
Alla luce della realtà dei fatti, asserire che questo centro sociale sia un bene comune, vuol dire essere ciechi. Il comune di Torino o non si rende conto che questo centro è un fortino dell’illegalità o è in malafede.
Propendo per la seconda.
Maurice Garin
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