La tragica vicenda provocata dall’ubriacona automobilista statunitense, che ha spezzato la vita di un giovane quindicenne in provincia di Pordenone, sarà l’ennesima occasione mancata per dimostrare la consistenza di tante affermazioni patriottiche di cui fa sfoggio una certa destra oggi favorita per le elezioni.
Gira già la voce che la militare nordamericana, appartenente al contingente NATO di stanza ad Aviano, sarebbe già in procinto di essere dichiarata immune dalla nostra giurisdizione a favore di quella statunitense.
Ciò in virtù del trattato di Londra del 1951 che, nel caso di “giurisdizione concorrente”, ossia spettante sia allo stato ospitante (il nostro, in virtù delle sue leggi vigenti) sia allo stato del militare ospite (gli USA, in virtù di una clausola contenuta nel trattato), se da un lato assegna priorità a quella dello stato ospitante – non essendo il fatto avvenuto “in esecuzione di un servizio” – dall’altro prevede che “le autorità dello Stato che ha il diritto di esercitare a titolo prioritario la sua giurisdizione esaminano con benevolenza le domande di rinuncia a questo diritto presentate dalle autorità dell’altro Stato, quando queste ultime ritengono che considerazioni particolarmente importanti lo giustificano”.
Il ministero della Giustizia, competente in materia, eserciterà la facoltà di rinuncia?
Quali saranno le “considerazioni particolarmente importanti”, adducibili dalle autorità statunitensi, per spingere l’attuale inquilina di via Arenula, la professoressa Cartabia, a un “benevolo esame”?
Il fatto criminoso non sfiora, palesemente, nessuna questione di sicurezza o interessi di alto profilo, tali da suggerire considerazioni di realpolitik (come quelle che determinarono la grazia al Colonnello Joseph Romano, condannato per il sequestro di Abu Omar, peraltro in un quadro normativo diverso da quello menzionato).
Quali “considerazioni particolarmente importanti” potrebbero allora giustificare quella richiesta e la decisione di rinuncia dello stato italiano a esercitare una sua sovrana potestà?
Nessuna; quindi, se ciò al contrario avvenisse si tradurrebbe in un vero e proprio caso d’ingiustificata impunità a favore di una persona macchiatasi di un grave reato e, quel che è altrettanto vergognoso, solo in funzione della sua nazionalità e della sua appartenenza .
Neanche una presa di posizione, su un fatto così importante nelle sue implicazioni, si è registrata da parte delle forze politiche.
Neppure da quella parte che dovrebbe avere a cuore più di altre, come risulterebbe dalla significativa denominazione adottata, la sorte dei propri fratelli italiani, in particolare di quelli più colpiti e sciagurati.
Chi tace acconsente e il silenzio favorisce la soluzione, quatta quatta, che già sta circolando come probabile. È in questo modo che il centrodestra – e la sua componente oggi più forte – intende declinare la sua fedeltà all’atlantismo?
Sono d’Italia i fratelli da difendere o quelli di “taglia”, XXLarge?