Ferragni: la realtà oltre l’apparenza – Le vie della Ferragni sono lastricate di strass e diamanti.
Gli strass alle sue fan, i diamanti a lei!
Solitamente altissima, magrissima, Levissima, compare, giorni fa, in un video di scuse e fesserie e gli strass diventano lucciconi.
Mentre piange, la diva del bluff, non è più lei… Improvvisamente non è più bionda, non è più giovane, non è più bella!
La realtà oltre l’apparenza
Senza il make-up scenografico, senza le luci di scena, senza il fotografo di grido, la bionditudine svanisce, la bellezza sfiorisce, il glamour appassisce.
La Ferragni è un fake di successo e la ferragnitudine è un modo di essere: essere per apparire, essere per vendere, essere per smerciare non sogni, ma bugie. Nostra Signora di Tutti i Luccichii condiziona i deboli, non ispira i forti.
Non è Barbie e non è Marilyn, ma un ectoplasma sottopeso, senza seni e senza spirito, inventato perché donne senza personalità e senza cultura, stratosfericamente più povere di lei, acquistino i suoi stracci firmati, sognino i suoi bambini biondi, invidino i suoi milioni.
La cupa realtà
In saio grigio, col sopracciglio cupo e mal disegnato, le guance sgonfie, la poveretta piange, piange e si scusa, piange e medita di far ricorso.
Si dichiara colpevole, ma non troppo e le fan comprano in fretta e furia la mesta tutina che indossa.
Lei potrebbe averlo letteralmente levato di bocca il pane ai bambini malati, loro l’amerebbero lo stesso perché chi ha inventato la Ferragni ha saputo genialmente costruire la bellezza che non ha, la capacità di comunicazione che non le appartiene, il talento che non possiede.
Molto meno o forse affatto l’amerebbero, le sue fan, se lei fosse davvero bella, naturalmente comunicativa, autenticamente talentuosa, ma lei non lo è e l’invidia, che tutto potrebbe distruggere, la sfiora, ma non l’annienta.
La macchina del fumo
Costruita una fortuna, oggi la Ferragni vive di vita autonoma ed il suo personaggio funziona ovunque, anche a Sanremo quando sul palco si presenta in vestitino orrido, anoressica, un po’ curva, uno scheletrino ben colorato e ben pettinato. Lei è la marionetta ideale, suo marito il pupazzo perfetto, i loro figli i bambini del catalogo di moda.
Lei incarna l’idiozia glamour, lui il maschio fluido, ateo, blasfemo.
Lei scimmiotta la gestualità massonica, cavalca istanze banal/femministe; lui è paladino
delle lotte omosessualiste.
L’assenza totale di senso e di spessore infiacchisce persino l’atto di beneficienza, null’altro che una forma di pubblicità.
La solidarietà posticcia
Che la vicenda dei pandori sia più viziata delle altre è un elemento rilevante, ma non essenziale: votati al male, all’equivoco, al compromesso, alla vendita (persino della infanzia dei loro figli) qualsiasi cosa facciano i Ferragnez hanno sempre torto perché “torte, storte e ritorte” son le vie che hanno intrapreso… Lastricate di strass e diamanti!
Irma Trombetta