Patto di stabilità: lo schiaffo franco-tedesco all’Italia – La Meloni e Giorgetti dopo aver recitato la parte di Spartaco che impugna il veto, hanno tradito e venduto gli italiani approvando il patto di stabilità imposto da Germania e Francia per il suicidio dell’Italia.
Quello che più irrita, in questo caso, non è la sconfitta, prevedibile e coerente con la posizione prona della presidente all’interno dell’ovile Europa, quanto l’arroganza con cui si spaccia una sconfitta per vittoria raccontando, a seguaci e no, una bufala colossale sulla quale l’informazione bavosa costruisce una realtà inesistente.
Dagli “amici “mi guardi Iddio
In realtà questo “patto di stabilità” è targato Germania con la Francia nel ruolo di “palo”, questi due Stati, così amici della Meloni, con il grimaldello della Commissione Europea entreranno nelle case degli italiani portandogli via l’ultima argenteria rimasta, mentre loro continueranno a non rispettare le stesse regole che dovrebbero valere per tutti.
A questa riforma del Patto di Stabilità, cui falsamente la Premier dichiarava che si sarebbe opposta con il Veto, consegue la perdita di quel residuo di sovranità che ci era rimasto.
Qui non vogliamo dare dei “numeri” ma riconoscendo che l’attuale “Patto” appare meno stringente del precedente, riconosciamo anche che il vecchio patto è stato disatteso da quasi tutti i paesi, in primo luogo dalla “frugale” Germania che ne ha fatto carta da water per tutelare i propri interessi.
Oggi la stessa Germania ne impone la riforma, in nome della solita austerità per gli altri e al fine di realizzare i programmi della UE ovvero la transizione green, la difesa comune (alias la maggiore partecipazione alla NATO), la transizione digitale degli stati (ovvero il loro controllo da remoto).
Il vantaggio per la Meloni
L’unico “vantaggio” temporaneo ottenuto dalla Meloni è quello di una flessibilità maggiore nei primi 4 anni ( guarda caso giusto il tempo di arrivare alla fine della sua legislatura ! ) nelle percentuali di rientro dal debito, che significa comunque non poter fare programmazioni economiche a debito ( se non hai i soldi cash non riduci il cuneo fiscale o non attui la riforma IRPEF) e non puoi evitare di pagare le rate di rientro per ridurre il deficit/pil che, secondo una media delle stime di chi di numeri si intende, ammonterebbe a circa 10/15 miliardi di € annui, ricordando che l’ultima finanziaria è stata di circa 25 miliardi, fate voi i conti.
Ma tutto questo è niente al confronto della accettata perdita totale di sovranità, anzi nella cessione alla Commissione europea (e a uno strano istituto di consulenze privato) del potere di controllo e di intervento per imporre modifiche delle decisioni statuali.
Infatti basta leggersi l’art. 6 bis secondo il quale i paesi con un forte indebitamento ( Noi ) possono procedere alla riduzione del debito temporaneamente con rate più basse, è questa la flessibilità, ma sono sotto il controllo del Consiglio UE e della Commissione che avrà anche un potere ispettivo sui conti e sulla realizzazione dei progetti europei, green e digitalizzazione ecc. nonché sulle riforme connesse a questi, (vedi art. 45) in pratica interviene la Troika (art.19) se lo stato fallisce gli obiettivi di riforme ed investimenti previsti e si sostituisce al governo, insomma come accadde in Grecia.
La schiavitù per debito
Approvando questo patto di stabilità questo governo ha accettato non solo l’idea, ma la concreta e autonoma possibilità che un gruppo di burocrati eletti da nessuno, comandati dalla élite finanziaria mondiale, devoti alle ideologie green, gender, woke e al “transumanesimo” che già si intravede all’orizzonte e nella festa del principale partito di governo, di arrogarsi legittimamente un ruolo politico assoluto nel governo dei cittadini di uno stato, della nostra nazione soprattutto.
Se un Governo, qualsiasi esso sia, avendo ricevuto attraverso democratiche elezioni il consenso ad amministrare quel popolo nell’interesse di questi, cede ad altri, (che oltre essere “stranieri” non hanno alcun rapporto democratico basato sul consenso) il suo potere di governo dei propri cittadini in senso così ampio, non si è più di fronte all’adeguarsi necessario ad interessi sovranazionali comuni, ma ad un autentico Tradimento della nazione, o se volete il ripristino della antica usanza della schiavitù per debiti, la lex romana Poetelia Papiria de nexis del 326 a.C.
Giovanni Preziosa
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