Parla come mangi pt.2 – A difesa della nostra lingua dall’imbarbarimento dei termini Anglo-Sassoni
Capolinea
Come accennato in precedenza, purtroppo l’italiano è una lingua che oramai sta pian piano sta scomparendo e sempre più imbastardita di anglicismi, specialmente tra nuove generazioni.
Non a caso nel lontano 1943, anno del famoso manifesto di Harvard, Wiston Churchill spiegò i piani volti all’affermazione di un imperialismo per via linguistica, ossia basato sulla capillare diffusione dell’inglese.
Le potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale hanno lavorato per la supremazia della loro lingua sulle altre, arrivando a plagiare le menti e cambiando la vita degli individui in tutto il mondo, imponendo loro il modello anglosassone.
Siamo quarti al mondo
Secondo una ricerca datata 2018 del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’italiano è la quarta lingua più studiata nel mondo; oltre due milioni di persone, all’estero, decidono ogni anno di apprenderlo per le motivazioni più varie.
Spesso si tratta di scelte di studio o votate a cercare un determinato lavoro.
C’è, poi, una valenza economica meno nota dell’italiano, che resta, dopo l’inglese, la lingua più utilizzata nelle insegne commerciali, denotando così una natura di tendenza, sovente associata a prodotti di eccellenza e di gusto, per i quali un riferimento all’ italianità diventa indice di pregio.
Quello che all’estero ci riconoscono come made in Italy garanzia di qualità e che da sempre è indice di superiorità.
Termini da riscoprire
Continuiamo con una carrellata di termini inglesi facilmente sostituibili nella nostra bella lingua:
Week end: questo è davvero è il termine il più inutile da utilizzare. Perché usarlo quando abbiamo il perfetto equivalente fine settimana?
Dress code: storicamente nell’etichetta italiana si parla di “abito scuro” ma, ora che in certi ambienti non è più obbligatorio, si può dire abito adeguato.
Disclaimer: che in italiano si chiama molto più prosaicamente premessa o avvertenza.
Cool è tra le parole più gettonate del momento e significa letteralmente “freddo”, “distaccato”.
A partire dalla metà degli anni ’50 del secolo scorso, però, è entrato nell’uso gergale con l’intento di indicare qualcosa di figo ovvero l’essere di tendenza o l’essere alla moda.
Spelling: parola diventata, oramai di uso comune da aver addirittura soppiantato, talmente il termine inglese ha preso piede, il suo corrispettivo in italiano computare. Infatti, se chiediamo a qualcuno di computare una parola verremmo presi per degli alieni e la maggior part delle persone non saprebbe che fare, ma se poi gli chiediamo lo spelling di un vocabolo ecco pronti a sciorinare una serie di città in nostro aiuto.
Baby-sitting: possiamo tradurla semplicemente con assistenza dei bambini.
Caregiver: possiamo usare assistente familiare.
Sold-out: è semplicemente tutto esaurito.
Backstage: è il nostro retroscena.
Pandemia e azzeramento
Le lingue nazionali, anche se oggi sono tutte in crisi, sopravviveranno ancora per alcuni secoli proprio per questo loro essere uno strumento di libertà e di creatività per ora insostituibile; e anche proprio perché ogni lingua ha dei limiti ma pure delle possibilità che sono sue esclusive.
Come accennato nei punti precedenti, dopo aver plasmato le menti, creato dei finti bisogni e aver totalmente soggiogato, gran parte della generazione Z, in periodo di pandemia e stato creato un lessico prendendo in prestito dalle parole inglesi, poi storpiate nel significato almeno qui in Italia, per raccontare ai posteri e tenere a bada le genti durante il periodo di pandemia da Covid 19.
Dieci anglicismi “pandemici” assolutamente da evitare:
Lockdown: si chiama confinamento.
Green pass: Passaporto vaccinale.
Covid area: uguale in italiano invertendo i vocaboli; reparto di una struttura sanitaria destinato alla diagnosi e alla cura di pazienti affetti da Covid19.
Covid free: libero da Covid, di luogo o ambiente, in cui non sono presenti soggetti affetti da Covid-19, perché non raggiunto dal contagio o come risultato di apposite misure di prevenzione e controllo.
Post-Covid: di derivazione latina, Relativo al periodo successivo alla pandemia da Covid-19, oppure condizione patologica riscontrata in pazienti che hanno superato l’infezione da Covid-19, ma che continuano a manifestarne alcuni sintomi (dolori muscolari, stanchezza cronica, sensazione di annebbiamento mentale, difficoltà di concentrarsi) anche a distanza di diversi mesi; long Covid
Social distancing: distanziamento sociale.
Booster: semplicemente un richiamo (di tipo vaccinale).
Smart working: parola totalmente inventata dall’inglese; per esprimere questo concetto in italiano esiste il termine telelavoro. Dal prefisso greco tele ovvero lontano.
Remote Working: stesso concetto di smart working di cui sopra traducibile in italiano in lavoro da remoto o lavoro a distanza.
Big Pharma: termine come i precedenti nati nel periodo pandemico che in italiano si può dire le multinazionali farmaceutiche o del farmaco, i colossi o le grandi aziende (società o imprese) dei farmaci.
Paolo Ornaghi
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