Quando la rabbia sui social diventa speranza – Il barbaro e vigliacco omicidio della povera Giulia, com’è ovvio, ha fatto scendere in piazza femministe e politica, ancora a urlare contro il patriarcato come principale responsabile di questa morte, quasi deresponsabilizzando il criminale (che così diventa vittima a sua volta della cultura in cui sarebbe cresciuto).
Ancora una volta, gli esterofili nostrani portano ad esempio i Paesi d’oltralpe, con il solito mantra dell’Italia fanalino di coda.
Eppure, statistiche alla mano, l’Italia nonostante i problemi che la affliggono resta uno dei Paesi più sicuri per le nostre donne e in generale per tutti, rispetto ai virtuosi Stati nordici che hanno nei programmi scolastici l’educazione all’affettività e altre baggianate che servono più a lavarsi la coscienza e nascondere i fallimenti della cultura buonista.
Nessuna emergenza
Quindi in Italia non esiste una vera emergenza patriarcato, se non quella importata da culture più arretrate. Eppure, la sinistra progressista ancora una volta punta il dito contro il maschio italiano, bianco e cristiano, chiedendogli di cospargersi il capo di cenere e di chiedere scusa.
Poi vi è l’Italia reale, quella che sempre di più è attiva in rete.
La sana reazione popolare
Alla notizia dell’omicidio, non ha chiesto la testa di ogni uomo, ma dell’assassino. Sicuramente sono reazioni di pancia, dettate dalla giusta rabbia per il gesto ed è per questo che esistono le corti e le carceri (si instaurerebbe altrimenti la legge della folla che automaticamente si tramuterebbe nella legge del più forte e dei prepotenti).
Tuttavia, questi sfoghi, che i giudici devono canalizzare in maniera razionale applicando la legge, rappresentano la parte genuina del nostro Paese, quella parte che vuole giustizia vera, punizione oltre alla semplice redenzione (perché è giusto rieducare il reo, ma prima di tutto va punito).
Un patrimonio da difendere
Pertanto, senza sfociare in illogiche derive manettare, cerchiamo di comprendere e di cavalcare lo sdegno popolare, perché è un’anima sana di un’Italia che pretende giustizia.
A prescindere dagli strilli femministi pronti a strumentalizzare in maniera ideologica la morte di una ragazza piena di sogni e vita.
Lorenzo Gentile
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