Giambruno, il borgataro consorte – Io non ho la più pallida idea del motivo per cui i fuorionda di Gianbruno siano finiti sui giornali.
Ripicche personali? Vendette? Ragioni politiche?
Tutto è possibile, nulla è certo se non due o tre cosette che vorrei esplicitare perché, nella mia ingenuità, mi turbano parecchio.
La prima faccenda scioccante riguarda non i fatti, ma i commenti: chi conosce l’ambiente televisivo giura che i modi di Giambruno siano assolutamente nella norma.
E se qui non siete già caduti dalla sedia, fatelo con comodo prima di venir a sapere che una certa Myrta Merlino, lacchè di Stato con patata in bocca, pare chieda ai collaboratori di massaggiarle i piedi.
Per stemperare la tensione della diretta, riferiscono gli insider, nulla è meglio che recitare il ruolo del clown cafone o giocare alla mancata imperatrice frustrata.
Il problema sono i Giamburno fuori
Il problema di fondo è che il clown cafone e l’imperatrice frustata sono tipi umani piuttosto comuni anche al di fuori degli studi televisivi.
L’adolescenza che si inoltra fino alle soglie dei quaranta produce donne altezzose ed uomini patetici, neppur troppo vagamente scimmieschi esattamente come l’ex first “gentleman” con mano sui genitali ed argomentazioni da Youporn.
Mi turba molto, inoltre, che qualsiasi cosa un uomo dica ad una donna, scatti, come una trappola per topi, l’accusa di sessismo, accusa anche in questo caso, falsa.
Ridateci il califfo
Magari fosse, il nostro, che so io un Califano dei nostri giorni.
Sognatevelo uno che le questioni femminili e le istanze femministe le risolveva a letto con le dirette interessate le quali facevano la fila per poter dibattere con lui le suddette argomentazioni.
La giornalista che sta al gioco non di un violento, ma di un clown o che non reagisce adeguatamente non alle molestie, ma alla maleducazione, non è una donna soggiogata: è una complice o è una cretina o è una cafona pure lei.
Talora tutte e tre le cose. Smettiamola con le mammole in un mondo di lupi.
I lupi ci sono, ma non fanno i buffoni, stuprano ed uccidono.
Altra faccenda, vere vittime, veri mostri!
Per tutti gli altri basta un gesto o uno sguardo.
Lo specchio dei tempi
Un imbecille, soprattutto in un contesto pubblico, si rimette in riga facilmente. Al nostro, dimentico di esser padre, quarantenne e, per ovvie ragioni, molto in vista, non potendo essere Califano, non resta che il ruolo del quindicenne di borgata alla sua prima striscia di coca.
Detto questo non posso non chiedermi perché è stato deciso di castigare solo lui visto che non solo lui recita abitualmente la parte del guitto zoticone.
Certo non mi pare una tal personalità da far invidia a chicchessia. Certo non mi pare che, quale giornalista, sia un Assange.
Certo non mi pare possa intimorire professionalmente altri colleghi. Che si tratti di banali questioni di letto? Di gelosie e di corna? Di bagatelle da rotocalco giornalistico finiti nel talamo sbagliato?
Il mistero rimane fitto, ma il livello è tale che, non so voi, io non sento alcun bisogno mi venga svelato.
Irma Trombetta