Il giornalista Massimo Del Papa colpito dalla censura di Meta – Per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare.
Questa frase sicuramente l’ha conosciuta e la sta tuttora vivendo il giornalista Massimo Del Papa: “Non sapevo di essere un main offender, il peggior delinquente, ma per i social democratici e politicamente corretti evidentemente non vado bene né vivo né morto; meglio morto, comunque”
È così che inizia l’articolo in cui il giornalista denuncia la censura ricevuta dai social per ben due volte “In due settimane mi hanno fatto fuori due volte”.
Rimosso il video su Youtube e il post su Meta
La prima riguarda Youtube da cui è stata rimossa l’intervista con Giulio Cainarca, direttore di Radio Libertà, il quale ha intervistato Del Papa sul linfoma appena scoperto.
La seconda censura avviene su Facebook, dove è stato rimosso un recente post in cui il giornalista faceva sapere di avere scritto un libro, autoprodotto e distribuito su Amazon, e che, per di più, stava dando i suoi frutti.
Ma perché così tanto accanimento verso chi, alla fine, esercita un diritto che gli spetta di diritto, ossia esporre la sua opinione?
Forse perché Massimo Del Papa ha osato contraddire la narrativa imperante relativa alla pandemia?
Forse perché il suo libro è da considerarsi politicamente scorretto perché contro l’Ue?
Ebbene sì, è proprio così.
Vietato correlare
Infatti, nell’ intervista a Radio Radicale, Del Papa ha parlato del suo linfoma mettendolo in possibile relazione con la doppia dose vaccinale.
Osservazione che, per di più, molti medici non hanno scartato, “da 40 giorni vivo di sale operatorie, esami, analisi, luci al neon”.
Ma questo non è bastato per fermare la ghigliottina dei social.
Non per nulla YouTube non ha esitato ad eliminare l’intervista. “Posso assicurare che non c’è niente di più umiliante, di più degradante che ritrovarsi cancellato, quasi una metafora, in quanto malato: ma il vaccino non si tocca, non si nomina invano, si può solo evocare per dire che fa crescere sani e conferisce superpoteri da Uomo Ragno”.
La censura di Facebook che vivono tutti
Sulla censura del libro che Del Papa ha cercato di far conoscere usando il suo profilo, parla di “una sorpresa ancora più grossa”, dove Facebook lo avvisa “con la sua solita gentilezza subdola, frigida, da gerarca nazista, di avere rimosso un mio recente post nel quale facevo sapere di avere un libro, autoprodotto e distribuito su Amazon, dove stava funzionando piuttosto bene”.
Il doppiopesismo di Meta
La motivazione data dal social è ancor più imbarazzante:
“Sembra che tu abbia cercato di ottenere ‘mi piace’, follower, condivisioni dei video in modo fuorviante”.
Da qui lo stupore del giornalista accompagnato da amara ironia “Non sapevo fosse fuorviante far sapere di avere scritto un libro. (..) non sarà forse che il mio libro si chiama “Eurostyle – trenta anni di mascalzonate contro il Paese più bello del mondo” e si risolve in un atto d’accusa, meticolosamente documentato, contro l’Unione Europea?”.
Da qui lo sfogo sempre mordace e provocatorio del giornalista contro la dittatura social
“Eppure, su Facebook e i suoi derivati si trova serenamente pubblicizzato di tutto, dalla pedofilia alle armi, dalle droghe alla pornografia più efferata, dalle aberrazioni sparse agli inviti a fare stragi. Si trovano le gesta insulse e omicide delle “sfide estreme”, la blasfemia satanica, le menzogne più sfrenate, le pubblicità più invereconde. L’unica cosa che è intollerabile è il libro, fatto in casa, di un giornalista che non accetta di essere “servo dell’Europa” come con espressione estatica dice il nostro Romano Prodi”.
La vittoria delle iene
Essere servi è proprio questa la parola chiave.
Essere servi dei diktat europei e di quelli della pandemia, in realtà due facce della stessa medaglia, e se non sei tra quelli del ” sì signore” ecco che diventi un nemico.
Il nemico di una democrazia che sa di regime, dove alla violenza fisica, alle catene e all’esilio si sono sostituiti gli algoritmi, i debunker e i blocchi.
Cambia la forma ma non la sostanza
Ed è proprio questa forma così invisibile e quindi subdola a rendere questa dittatura ancor più pericolosa e spietata contro chi, ancora oggi, osa comportarsi da uomo libero anziché da automa asservito.
Nemes Sicari