DDL Foibe, finalmente – Il Senato ha approvato il DDL Foibe, ossia un disegno di legge volto a promuovere la conoscenza dell’eccidio degli italiani di Istria e Dalmazia da parte dei partigiani titini e del successivo esodo giuliano-dalmata.
Una legge che aspettavamo da tempo
Una legge giusta e sacrosanta, non c’è che dire, di cui l’Italia avrebbe avuto bisogno diversi decenni or sono, quando la tragedia delle foibe era ancora viva nella memoria storica del Paese e quando ancora i politicanti di sinistra osavano spudoratamente negare le efferatezze perpetrate dai comunisti nei Balcani.
Un contraltare alle menzogne della sinistra
Oggi, invero, parte di questo negazionismo ancora persiste ed è radicato nella cultura di larga parte della società, anche a causa dell’infiltrazione dei gangli della cultura maggioritaria da parte di un’intellighenzia rossa che mai ha smesso di operare sottotraccia.
Ecco perché dal sedicente governo dei patrioti ci si aspettava qualcosa di più, anche in tema di commemorazione delle stragi del passato quale quella giuliano-dalmata.
Fumo negli occhi?
Perché, in fondo, questa legge rischia di diventare lo specchietto per le allodole propinato da parte di una classe politica molto attenta alla propaganda e ben poco alla sostanza.
Ci si aspettava dalla Meloni che facesse qualcosa di più per cambiare il retroterra culturale del Paese, ancora molto ancorato a logiche ed ideologie divisive.
Invece i fratelli d’Italia si sono limitati a promuovere una norma che – peraltro genericamente – dovrebbe intensificare la coscienza civica nelle scuole sui fatti accaduti in Istria e Dalmazia. Meglio che niente, per carità, ma nulla di eclatante nè di storico.
Tanto più se si pensa che nell’Esecutivo militano politicanti come Crosetto, che si pregiano di voler manifestare con l’Anpi e non perdono occasione per strizzare l’occhio alla sinistra più deteriore ed ideologizzata.
Bene, ma non benissimo
Il governo Meloni, in crisi evidente di consensi soprattutto “a destra”, cerca di arrabattarsi per recuperare il terreno perso, ma oramai è in pieno declino.
Qualche ammiccamento patriottico, peraltro malriuscito, non servirà per compensare un disastro fatto di incompetenza patologica ed inettitudine sistematica.
Giustino D’Uva