Da cavaliere del comunismo sovietico a leale atlantista: la controversa esistenza di “Re Giorgio” – Il 22 Settembre è morto Giorgio Napolitano.
Importantissima figura della nostra politica, abile “mantenitore” dei delicati equilibri politici nell’epoca a cavallo tra l’ultima Era Berlusconi e il marasma politico post Cavaliere.
Un uomo di potere
Primo Ex Comunista a ricoprire la carica di Capo dello Stato e primo a ricoprire la carica per due mandati di fila (anche se il secondo non verrà mai terminato).
È chiaro che per restare nove anni al Quirinale e tenere salde le redini di un Paese caotico come il nostro occorre sicuramente una grande intelligenza politica e una tempra notevole.
Era un uomo molto controverso (com’è normale se vuoi passare alla storia in questa Nazione) ed era sicuramente molto capace.
Ma capace vuol dire anche retto e rispettabile?
Il funerale dell’Ex Presidente della Repubblica si è svolto secondo il rito laico rispettando le posizioni atee del defunto.
Papa Francesco si è recato presso la camera ardente e questa scelta ha generato un ovvio vespaio di polemiche.
Ma di questo parleremo più avanti.
Prima dobbiamo addentrarci nel passato di questa figura così ingombrante, prima dobbiamo capire veramente chi fu “Re Giorgio” Napolitano.
Un ricco borghese fascista
Egli nasce a Napoli il 29 Giugno 1925 da una agiata famiglia napoletana composta dal padre Giovanni (rinomato avvocato e saggista) e Carolina (figlia di Nobili partenopei di origini piemontesi).
Il futuro comunista nacque quindi avvolto nella bambagia, ma nacque soprattutto in piena Era Fascista.
E infatti, già nel 1942 lo troviamo nelle file del GUF (Gruppo Universitario Fascista).
Una lunga militanza parlamentare
Nel 1944 entra poi nelle file del PCI senza prendere parte alle lotte partigiane. Entra in parlamento nel 1953 durante la IIa legislatura della Repubblica Italiana.
Ci resterà per altre 9 legislature fino al 1996.
Agente moscovita
Comunista e filosovietico di ferro lo troviamo, nel 1956, ad elogiare la sanguinosa repressione della Rivoluzione Ungherese di quell’anno da parte di Mosca. Gli oltre 2600 magiari massacrati nella lotta per la libertà vengono sprezzantemente bollati da Napolitano come “provocatori”
Nel 1974, dalle colonne dell’Unità” attacca l’intellettuale russo dissidente Solzenicyn definendolo un pericolo per lo stato sovietico e bollando come “aberranti” i suoi giudizi sul Socialismo Reale.
Nel 1979 diventa improvvisamente ostile nei confronti dell’URSS e critica aspramente l’invasione, da parte di Mosca, dell’Afghanistan.
Il comunista amico
Nel 1986 poi il capolavoro di trasformismo è compiuto poiché lo si vede giurare piena e leale solidarietà agli USA e alla NATO tanto da spingere il segretario statunitense Kissinger a definirlo “Il mio comunista preferito”.
Giorgio probabilmente si era reso conto che i decenni erano passati e la Rivoluzione non era mai arrivata: in Italia il PCI veniva sempre sconfitto alle urne, il muro di Berlino mostrava già parecchie crepe e gli orrori comunisti cominciavano ad essere ormai troppo evidenti per essere nascosti.
Il cambio di casacca
Ritenne quindi più prudente passare lentamente e gradualmente dalla parte del futuro vincitore: il Blocco Occidentale Americano.
Oltre a questi scheletri storici (e forse purtroppo dimenticati dopo tanti anni) restano anche ombre più recenti.
Ad esempio, la troppa indulgenza nei confronti delle Leggi “ad hoc”, varate dal Governo Berlusconi, al solo scopo di favorire e tutelare il Cavaliere.
Tutti gli scheletri di Giorgio
Sto parlando di Leggi come il famoso Lodo Alfano del 2008, lo Scudo Fiscale del 2009 e la Legge sul Legittimo Impedimento del 2010.
E infine…il torbido e mai chiarito caso di quella misteriosa telefonata tra “Re Giorgio” e Nicola Mancino (accusato di falsa testimonianza nel processo sulla trattativa Stato-Mafia).
Insomma…il Presidente Napolitano era un uomo che non aveva uno scheletro…Ma un intero ossario dentro l’armadio!
Il Papa a mezzo servizio
Per questo la presenza di Sua Santità al Funerale di un uomo politico così controverso (per di più ateo e dal passato comunista) ha fatto ovviamente discutere molto tutti quanti, Cattolici e No.
Volendo dare la mia opinione personale, il Santo Padre ha fatto bene a presentarsi alla Camera Ardente.
Primo perché il suo ruolo istituzionale lo richiedeva.
Secondo perché la più pura Pietà Cristiana si mostra nel rispetto dei Nemici.
O forse è meglio dire degli Avversari.
Ciò che anche io, come molti, non ho condiviso è stata la scelta del Pontefice di non benedire la cassa e di evitare persino il segno della croce.
Capisco il carattere laico della celebrazione ma il Papa è il rappresentante massimo di Santa Madre Chiesa. Il Papa È il Cattolicesimo.
È suo dovere pastorale benedire i defunti.
Anche gli atei.
E soprattutto le anime più peccatrici come quella dell’Ex Capo di Stato.
Ma questa è una caratteristica-ahinoi-onnipresente nel Mondo Cattolico: la vergogna di pensare, parlare e agire da Cattolici.
La preoccupazione continua di non sconfinare nel politicamente scorretto e di turbare così i Laicisti.
E purtroppo…credo che tale pavidità attanagli anche il Papa stesso.
Ad ogni modo il nostro giudizio è sul politico Napolitano ed è un imperfetto giudizio umano.
L’unico giudizio veramente giusto della sua anima arriverà dal Signore Dio.
Il Megafono Cattolico