La campagna iscrizioni di FDI è un boomerang – “Il linguaggio politico è concepito in modo che le menzogne suonino sincere e l’omicidio rispettabile, e per dare una parvenza di solidità all’aria.”
Chi meglio di George Orwell poteva dare l’ineccepibile definizione di linguaggio politico in voga nell’anno del Signore 2023.
Il fallimento del governo
Linguaggio che la compagine di Orfanelli d’Italia utilizza con solerte maestria quando si tratta di raccogliere firme, adesioni, voti, ma fa scena muta quando rammento loro l’immaginifico profilo delle navi da guerra e il continuo rialzo dei prezzi alle pompe di carburante.
Che siano in malafede è chiaro, altrimenti dovrei provare una sorta di Pietas – e così non è – convincendomi che sono i malevoli effetti del mal di mare e/o del respirare i vapori della benzina.
Il modulo di iscrizione boomerang
Nel ventunesimo secolo la politica è un messaggio di testo a cui dare una risposta, affinché il mittente abbia ben chiaro che tra i due lo stupido non è il destinatario. Mi è chiaro e limpido il significato del testo, che si traduce nell’assumere lo status di “Orfanello” aderendo al tesseramento e “a rafforzare il grande lavoro che sta facendo Giorgia Meloni al Governo e per prepararci alle elezioni amministrative ed europee del 2024” – testuali parole – cui segue, come il finale di un giallo dalla trama scontata, il modulo di iscrizione.
Non serviam!
La locuzione latina è dovuta in qualità di eufemismo, per non spedire il mittente e la sua cricca di venditori porta a porta a quel paese. Annaspo in un mare di parole autoincensanti, nella speranza di incrociare una boa di salvataggio, un appiglio per non annegare nell’assoluto non senso, quando sbatto come gatto Silvestro contro il ferro da stiro contro il climax del testo:
“Iscriversi non vuol dire solo ricevere una tessera, vuol dire essere parte di qualcosa, vuol dire crederci, vuol dire essere coerenti, vuol dire essere italiani!”
Il primo istinto è buttare direttamente il telefono nel cestino come si farebbe con un pessimo manoscritto, optando poi per la cancellazione del messaggio, del numero di telefono, squalificando il mittente per eccesso di zelo in falsa testimonianza.
Come sia balenato in testa a questi patrioti “fa de carta e de vernis” – fatti di carta e vernice – che la cosa mi interessi rimane un segreto, poiché vero come è vero che alle ultime elezioni io abbia vergato sì due croci sulle schede, è bene specificare che erano croci uncinate.
Per tanti una delusione
Governare è far credere – machiavellico eppur vero – e in questo gli “Orfanelli di Gioggia” sono stati i migliori, perché se di PD e 5Stelle erano note le doti truffaldine e antiitaliane, nei Missini almirantiani geneticamente modificati qualcuno aveva realmente creduto. Ribolle il sangue di fronte al fatto compiuto: questo governo ha definitivamente tradito e cancellato la speranza di un cambiamento serio e profondo della politica, l’idea di un concetto Tradizionale e virile dello Stato, così bene espresso da Evola nel quaderno n° 38 “Lo Stato organico”.
Concludo con le parole di un galantuomo, di un nobile di nome e di fatto, il Principe Antonio de Curtis, in arte Totò: “A proposito di politica… Ci sarebbe qualcosa da mangiare?”.
Cristian Borghetti