Quando Napolitano sputava contro la dissidenza russa – In un articolo apparso su l’Unitá del 20 febbraio 1974 l’allora dirigente comunista Giorgio Napolitano, con lo stile zelante di chi ancora doveva lucidare gli stivali del suo padrone che finanziava il Pci ma doveva allo stesso tempo fornire prove d’affidabilità democratica commentò con un linguaggio ripugnante l’espulsione dal territorio russo dello scrittore dissidente anticomunista Solzhenitsyn.
Vietato sfidare le leggi di uno stato totalitario comunista …
Definì “solito polverone propagandistico” per “sfruttare l’occasione per una polemica a buon mercato sull’Urss, sul comunismo e perfino sul Pci” il coro di proteste e aggiunse: “Nessuno può negare che lo scrittore … avesse finito per assumere un atteggiamento di «sfida» allo Stato sovietico e alle sue leggi, di totale contrapposizione, anche nella pratica, alle istituzioni, che egli non solo criticava ma si rifiutava ormai di riconoscere in qualsiasi modo. Non c’è dubbio che questo atteggiamento – al di là delle stesse tesi ideologiche e dei già aberranti giudizi politici (!!!) – di Solzhenitsyn, avesse suscitato larghissima riprovazione nell’Urss “.
Quale magnanimità…!
Ed ecco la considerazione finale, degna dimostrazione del corrotto e aberrante metodo della dialettica marxista, capace di giustificare comunismo e governi tecnici manovrati
” Che questa ormai aperta, estrema «incompatibilità» sia stata sciolta dalle autorità sovietiche non con un’incriminazione di Solzhenitsyn, ma con la sua espulsione (SIC), può essere considerato più o meno «positivo» (SIC); qualcuno può giudicarla obiettivamente, come l’ha giudicata, la «soluzione migliore» , senza peraltro sottovalutarne…la natura di grave misura restrittiva dei diritti individuali; ma solo commentatori faziosi e sciocchi(SIC) possono prescindere dal punto di rottura (SIC) cui Solzhenitsyn aveva portato la situazione (SIC) e possono, a proposito dell’esito cui si è giunti, evocare lo spettro dello stalinismo” .
Il garante della continuità
Capito il difensore della democrazia, il garante delle istituzioni cosa scriveva nel 1974 quando non era più un giovincello esaltato ma un quarantaseienne vaccinato ?
E’ lo stesso individuo che pronunciava parole di monito contro i “populismi” quando movimenti patriottici, sovranisti o di resistenza nazionale acquisivano consensi.
Per molto meno si sono sollevati scandali, si sono richieste e ottenute dimissioni. Ma lui no; uscito in quanto comunista vincitore dalla guerra ma con forti legami con gli Stati Uniti è stato il garante dell’incatenamento dell’Italia a meccanismi politici e militari di cui oggi constatiamo purtroppo le conseguenze.
Gianni Correggiari