Davide, travolto e ucciso da un poliziotto ubriaco – In Europa gli incidenti d’auto rappresentano una vera e propria strage: quasi 21 mila vittime.
Nel 2022 si sono contati 20.679 morti sulle strade europee. Un aumento delle vittime pari al 4% rispetto al 2021.
I dati dell’ultimo rapporto dell’European transport safety council sono allarmanti: in 19 stati su 27 dell’Unione i morti sono in aumento con la Polonia considerata la più virtuosa mentre in Italia si contano 3.170 decessi in un anno.
La strage italiana
Quell’ Italia che nel 2022 ha avuto un morto ogni tre ore sulle strade con quasi 10.500 conducenti pirata che si sono dati alla fuga.
Quest’anno, da gennaio a luglio, l’Osservatorio Asaps, l’Associazione sostenitori della Polizia stradale ha già contato 32 piccole vittime, di cui nove solo a luglio, praticamente due a settimana.
La nota di Unipolis
Dati che spiegano la preoccupazione di Marisa Parmigiani, direttrice di Fondazione Unipolis: “Purtroppo, i dati italiani ci pongono in una traiettoria molto lontana da quella dello sviluppo sostenibile al 2030. A livello nazionale spetta ai governi di tutta Europa impegnarsi con tutti i mezzi a loro disposizione per riprendere la loro riduzione annuale del numero di morti e feriti gravi in linea con gli obiettivi dell’UE e delle Nazioni Unite per il 2030”.
Se il pirata della strada è in divisa
Un impegno dal quale l’Italia sembra parecchio distante, soprattutto dopo la notizia choc riguardante Davide, il diciassettenne travolto e ucciso da un poliziotto ubriaco.
Una tragedia nella quale prende vita, per l’ennesima volta, il detto “oltre al danno la beffa”.
Aspetto che si possa amaramente constatare dallo sfogo della madre del ragazzo, riportato in un’intervista rilasciata al Corriere del Veneto, per di più a pochi giorni dal patteggiamento concesso al poliziotto con una condanna a 3 anni e 6 mesi in primo grado
“All’inizio pensavamo a un errore. Oppure a un brutto scherzo. La cifra ci è stata chiesta per la pulizia del luogo dell’incidente, per togliere i rottami e spargere della segatura sul sangue di Davide e sui liquidi del motore rimasti sull’asfalto” ha spiegato la donna che ha aggiunto: “È l’intero sistema che non va, e la fattura per la bonifica è solo uno dei tanti episodi. In questi sedici mesi io, mio marito e il fratellino di Davide ci siamo sentiti abbandonati, come se il nostro dolore non contasse”.
Ma la vergogna di uno Stato disumano e della sua arida e sterile burocrazia non si fermano qui “Ad esempio ci è arrivata una raccomandata per avvisarci che il rottame dello scooter era stato dissequestrato e che dovevamo andare subito a ritirarlo, altrimenti avremmo dovuto pagare una penale per ogni giorno di ritardo”.
Il problema di fondo
183 euro e una condanna a 3 anni e 6 mesi, questo vale una vita stroncata, ancor prima di essere vissuta, da un soggetto, per di più un agente di polizia, che dovrebbe salvare vite anziché toglierle.
3 anni e 6 mesi è questa l’amara conferma di come l’art 589bis del Codice Penale, introdotto proprio per combattete l’omicidio stradale, non sia stato altro che l’ennesimo fumo negli occhi gettato al popolino per urlare che lo Stato c’è.
Uno Stato che, in realtà, dimostra puntualmente di essere portavoce di quanto riportato da Tacito negli Annales Corruptissima re publica plurimae leges dove le norme in difesa dei cittadini restano su carta perché smontante da altre.
Tutto questo accompagnato da una burocrazia che fa da padrona spogliata di qualsiasi forma di umanità e quindi di civiltà.
Nemes Sicari