RDC: tutte le truffe degli immigrati – L’ultima truffa sul Reddito di cittadinanza: dopo la sospensione, invertono nome e cognome e ottengono nuovamente il beneficio.
Da mesi si parla della nuova fase che porterà al superamento del Reddito di cittadinanza per passare al reddito di inclusione.
Il nuovo reddito di inclusione
Un sostegno al reddito molto simile al RDC ma che sarà erogato solo a nuclei familiari al cui interno sono presenti persone con disabilità oppure minorenni, ma anche a chi ha almeno 60 anni di età, oppure che è inserito in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
In sostanza verrà erogato solo per le famiglie “Fragili” e per gli incollocabili.
PD e MS5 all’attacco
Come previsto le polemiche si muovono in direzioni diametralmente opposte: c’è chi ritiene che l’eliminazione del sussidio condannerà all’indigenza migliaia di persone, chi continua a condannare gli effetti collaterali avuti con l’introduzione della misura.
Tra questi, anche i facili raggiri che hanno comportato, negli anni, truffe per milioni di euro ai danni dello Stato.
Truffe milionarie
L’ultima astuzia escogitata per usufruire indebitamento dello strumento arriva da Teramo. I Carabinieri hanno deferito alla Procura ben 186 persone, con l’accusa di “indebita percezione del reddito di cittadinanza” per un danno complessivo nei confronti dell’erario di oltre un milione di euro.
Tutte le truffe degli immigrati
La maggioranza dei cittadini denunciati è straniera e già percepisce da anni l’RDC. 147 individui che, nonostante non disponessero del requisito della residenza minima in Italia di 10 anni, hanno ottenuto il sussidio con false attestazioni, ricordiamo che il beneficio viene erogato basandosi sui dati riportati nell’ISEE che, per quanto riguarda residenza, beni immobiliari, nucleo familiare e proprietà di macchine e moto; è completamente in autocertificazione, quindi facilmente ottenibile con dichiarazioni mendaci.
Tra questi casi, i più particolari riguardano quei cittadini esteri che sono riusciti a truffare lo Stato per ben due volte: dopo essersi visti bloccare una volta l’erogazione per non aver vissuto in Italia da almeno 10 anni, hanno ripresentato la domanda invertendo nome e cognome.
Dopo la denuncia, l’Inps ha immediatamente sospeso l’elargizione del beneficio. Dalla nota stampa della Procura di Teramo, invece, non si evince se è stato possibile sequestrare e ottenere indietro i soldi ottenuti in modo illecito, di cui siamo sicuri, l’INPS non recupererà mai un euro per buna pace di chi versa le tasse regolarmente in Italia.
Valerio Arenare