Le elezioni spagnole: Lettura controluce – Troppo presto la stampa nostrana si è rallegrata per la “sconfitta” di Vox nelle elezioni politiche di domenica scorsa in Spagna.
Ancora una volta sui giornaloni è prevalsa la propaganda in malafede o la semplice superficialità di cronisti che non sono capaci di fare analisi, anche semplici, e che mostrano tutto il loro dilettantismo.
Un partito in ascesa
È un dato di fatto che dal momento della sua nascita nel 2013, Vox ha registrato una continua crescita ottenendo sostanziose rappresentanze in diversi parlamenti regionali e anche in territori difficili come i Paesi baschi e in Catalogna.
Il partito di Santiago Abascal, si ispira ai valori cattolici, si batte contro l’aborto e la velenosa ideologia gender che tanto opprime la Spagna, è contro l’immigrazione selvaggia, l’infiltrazione islamista e il liberismo globalista.
Voti in libera uscita
Gli elettori di VOX, che comunque ha preso tre milioni di voti, in questa tornata elettorale hanno preferito spostarsi sul Partito Popolare per impedire a Sanchez e al Partito socialista di essere i primi.
Era prevedibile. La Spagna in ogni caso si allontana dalla sinistra, allo sbando come in Italia.
Si vedrà chiaramente come alle europee VOX riprenderà i voti prestati al Partito Popolare, forse addirittura raddoppiandoli come dicono i sondaggi più recenti.
Intanto la Spagna resta ingovernabile, prova di come la democrazia parlamentare imploda nel suo stesso sistema.
Se Sanchez formerà il nuovo governo, dovrà farlo con le forze autonomiste che lo ricatteranno. E non durerà tanto. I giochi restano tutti aperti in un’Europa che, comunque appare sempre più scettica verso l’euro, la BCE e l’Unione Europea.
L’esempio tedesco
La storia non fa salti ma è in atto un processo che necessita delle sue fasi. Questo è dimostrato dai forti cambiamenti che stanno avvenendo nell’elettorato di tutta Europa. Prendiamo ad esempio quanto sta accadendo in Germania dove certamente non è priva di significato la forte ascesa di Alternative für Deutschland. Il partito di Alice Weidel e Tino Chrupalla ha preso in Turingia percentuali altissime.
Come riporta un quotidiano nazionale, “Solo poche settimane fa nel distretto di Sonneberg, nell’orientale Turingia, il candidato di AfD, Robert Sesselmann, si è imposto con il 52,8 per cento su quello della Cdu, Jürgen Köpper, fermo al 47,2 nonostante l’appoggio trasversale delle altre formazioni democratiche”.
Cosa che ha spinto Friedrich Merz, il nuovo segretario della CDU, il partito popolare, ad ipotizzare in futuro possibili alleanze con AfD, secondo quanto da lui dichiarato alla ZDF, la seconda emittente televisiva tedesca.
Secondo un sondaggio d’opinione dell’istituto Insa pubblicato dalla Bild, l’AfD è in vantaggio con il 20% delle intenzioni rispetto al Partito socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz (19%).
Aspettando le europee
Quindi i soloni liberaldemocratici nostrani, Tajani in testa che ha esultato per i risultati spagnoli, possono mettere da parte la loro euforia e cominciare a rassegnarsi. Le prossime elezioni europee faranno piazza pulita delle loro tristi e infondate speranze.
Nicola Cospito