Orsi, la Provincia di Trento dice no alla liberazione del cucciolo M89. Gli esperti: “Ma non è pericoloso” – La decisione di mantenerlo in cattività è stata presa per il rischio che l’animale metta in atto comportamenti potenzialmente a rischio.
L’ordinanza del governatore
All’indomani della decisione con cui la Terza sezione del Consiglio di Stato ha sospeso i provvedimenti di abbattimento di Jj4 e Mj5 firmati dal governatore trentino, Maurizio Fugatti, la Provincia di Trento nega la liberazione del cucciolo di orso M89 e chiude le porte alla possibilità di reintrodurlo in natura.
Il giovane esemplare plantigrado era stato recuperato lo scorso aprile in Val d’Algone ed era stato attivato un progetto ad hoc per reintrodurlo in natura, decidendo per il suo trasferimento temporaneo al “Belpark”, il parco faunistico trentino di Spormaggiore che sorge su un’area boschiva di oltre cinque ettari sulla Paganella.
La nota del dirigente
La decisione di mantenerlo in cattività è stata presa per il rischio che l’animale metta in atto comportamenti potenzialmente a rischio. “È inopportuno procedere all’immissione in natura del giovane orso con il rischio che, a seguito della sua peculiare esperienza con l’uomo, possa assumere un comportamento problematico”, precisa la Provincia in una nota firmata dal dirigente del Servizio faunistico, Sergio Tonolli.
Il cucciolo M89 era stato trovato ferito e in uno stato di grave deperimento dopo essere stato separato dalla madre. I forestali avevano quindi deciso di intervenire, quando si era reso evidente che la madre non sarebbe tornata a recuperarlo. Grazie alle cure del capo veterinario della Provincia il cucciolo si è ripreso ed è stato trasferito al “Belpark”, dove è stato avviato un progetto di ricerca scientifica per prepararlo alla reintroduzione in natura.
Favorevoli gli esperti
Nonostante il successo del percorso di recupero e il parere favorevole degli esperti coinvolti nel progetto, però, Piazza Dante ha deciso di negare la liberazione del cucciolo di plantigrado. Il dirigente del servizio faunistico provinciale ha infatti evidenziato il rischio di interazioni critiche con zone che, nel tempo, sono andate antropizzandosi.
Altri esperti hanno contraddetto questa tesi, sottolineando però che non esiste in assoluto la garanzia che un orso non diventi “confidente” con l’uomo ma che, nonostante ciò, in passato altri cuccioli sono stati reintrodotti con successo.
Poiché la Provincia di Trento preferisce mantenere M89 in cattività, potrebbe essere necessario apportare modifiche al sistema gestionale del “Belpark” per adattarsi alla nuova situazione. I dettagli su come questo avverrà, per ora non sono stati precisati.
Destino incerto
Il destino del cucciolo M89 rimane incerto, mentre si prosegue la discussione su quale sia la scelta migliore per gestire i grandi plantigradi e le possibili modifiche necessarie al parco faunistico si attende una decisione definitiva, l’attenzione rimane focalizzata su M89 e sulle sue prospettive future.
Anche in questa vicenda, ci rendiamo conto, che l’unico problema della Regione Trentino-Alto Adige non sono gli orsi ma l’incompetenza e l’inadeguatezza del Presidente Maurizio Fugatti e dei suoi funzionari.
Valerio Arenare