Milano violenta, Milano indifferente – Milano, Porta Venezia, ore 7 del mattino.
Un ragazzo esce con il cane e viene aggredito da un marocchino, uno dei tanti senza fissa dimora, che bivacca in zona.
Aggredito in pieno giorno
Lo straniero vuole la collanina d’oro che il ragazzo porta al collo. Scoppia la colluttazione, il ragazzo milanese, preso di sorpresa, finisce a terra, ma lotta, si difende.
La lotta infuria, ma – come testimoniato dal giovane in un video inviato a MilanoBellaDaDio pochi minuti dopo la fine delle ostilità e dopo aver vinto la battaglia – i passanti ignorano la scena, la polizia passa e se ne va come se nulla fosse o, meglio, come se questa fosse la normalità, la nuova normalità a Porta Venezia.
Milano violenta
Milano rimpiange la vecchia Ligera, la mala milanese, o la criminalità dei Lutring, Turatello e Vallanzasca? Lecito o meno, porsi la domanda, ma, quanto meno, ci fossero stati loro, una sorta di legge non scritta di uno stato nello Stato, sarebbe stata applicata.
La parabola discendente imboccata da Milano come altre città italiane non conosce fine. La politica, la magistratura, la polizia e chi più ne ha più ne metta, sono assenti e quando il gatto non c’è i topi ballano.
Restano pochi randagi a difendersi da soli da tutto il marciume che esce dalle fogne intasate dopo aver viaggiato in coperta sulle navi ONG.
Troppo diretto il pensiero? Troppo duro il linguaggio?
Questa è la realtà e come tale va testimoniata.
I benpensanti della difesa ad oltranza del nuovo status quo si facciano una domanda: se fosse stata vostra figlia, vostra moglie?
Ecco, esatto: silenzio.
Cristian Borghetti