Figliuolo d’Italia – Il pluridecorato generale Figliuolo, salito alla ribalta nella “campagna covid”, è stato nominato commissario alla ricostruzione delle zone alluvionate dell’Emilia Romagna da Giorgia Meloni, questa la notizia.
Il problema si è creato quando, il generale, non ha ritenuto opportuno lasciare la responsabilità del COVI assommando così i due prestigiosi e impegnativi incarichi.
Questo fatto ha fortemente indispettito i ministeri di Esteri (retto dal Forza italiota Tajani) e Difesa (retto dal “fido” Crosetto).
Come recita il sito della Difesa: “Il COVI è il Comando di Vertice dell’Area Operativa Interforze e assolve alle funzioni di organismo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa per la pianificazione, la coordinazione e la direzione delle operazioni e delle esercitazioni militari in ambito nazionale e internazionale condotte nei cinque domini: terra, mare, cielo, spazio e cyber. Fornisce un contributo all’elaborazione della dottrina NATO e delle Organizzazioni Internazionali di cui l’Italia fa parte. “
In questo periodo di guerra, ai confini della NATO, che vede le nazioni di questa organizzazione impegnate a fianco dell’Ucraina, il compito del COVI è sicuramente d’importanza vitale per l’Italia. È Lapalissiano dire che meriterebbe la massima attenzione del suo comandante ancorché si tanto abile e medagliato come Figliuolo.
La domanda è come può essere altrettanto efficace e “sul pezzo” con i problemi delle popolazioni emiliane e romagnole colpite dall’alluvione.
Quanta attenzione e tempo avrà per ascoltare i sindaci emiliano-romagnoli nella quantificazione e risoluzione dei danni del disastro naturale (ma non troppo)?
Ma dal vincitore della “Campagna del Covid19” ci si può aspettare solo il meglio avrà pensato la Giorgia nazionale.
In fondo, per la campagna d’Ucraina, basta seguire i desideri del duo Biden-Stoltenberg perché preoccuparsi del “sovraccarico” di poltrone del generalissimo?
Quelli preoccupati siamo noi sudditi italiani, si salvi chi può!