La stampa italiana punta il dito contro i nazionalisti francesi – In Francia imperversano caos e guerriglia urbana ad opera di immigrati musulmani di seconda e terza generazione, che agitano lo spauracchio del razzismo al fine di conquistare una certa rilevanza sociopolitica.
Dopo il caso del diciassettenne ucciso dalla polizia, orde di stranieri o comunque di cittadini di origini extracomunitarie si sono riversate nelle strade di tutte le principali città transalpine, creando scompiglio ed enormi disagi per i cittadini.
Regia dei soliti noti
Il pretesto, ovviamente, è sempre lo stesso: la lotta contro le presunte discriminazioni che sarebbero perpetrate ai danni delle minoranze. La realtà è che queste proteste sono ben orchestrate, finanziate e fomentate da certa fazione politica che ha l’interesse di promuovere la diffusione endemica dell’islam e del multiculturalismo ad ogni costo.
Qualcuno non ci sta
Va da sé che alcuni francesi, veri ed autoctoni, si siano stancati di subire le angherie di coloro che imperversano impunemente in barba alle regole comuni del vivere civile. Ne sono nati veri e propri gruppi organizzati, di ispirazione identitaria e patriottica, mobilitati allo scopo di proteggere la propria terra dai nuovi invasori.
Il solito Berizzi
La stampa italiana non potendo perdere l’occasione di gridare al fascismo ed al razzismo da parte dei “soldati politici pronti a difendere il sangue e suolo nazista”, si è espressa per parola di Paolo Berizzi, noto giornalista dedito esclusivamente a perseguire l’ideale antifascista e a scovare il fascismo ovunque, pur di giustificare la propria inconcludente quanto inutile attività.
Solidarietà ai nazionalisti francesi
Plaudiamo alle iniziative di legittima lotta per l’esistenza etnica dei fratelli francesi, che si sostituiscono all’inerzia dello Stato Macroniano.
Berizzi e i giornalisti epigoni del vetero comunismo di maniera, stiano pronti ad un prossimo revanscismo di tutti i popoli europei.
Tornerà il sole
La misura è colma: presto si accorgeranno chiaramente come lo spettro da loro tanto agitato del nazionalismo possa davvero tornare ad agitarsi nel Vecchio Continente, divenuto terra di nessuno in attesa di essere affrancata dell’estinzione culturale, sociale ed economica.
Giustino D’Uva