La Francia sotto scacco – Francia: stranieri con cittadinanza francese contro francesi
Pensare che in Francia sia guerra civile è errore madornale.
Tecnicamente di guerra civile si tratta perché i magrebini e tutti gli allogeni lì presenti sono, sulla carta, francesi.
Lo stato moderno fa i conti con la Storia
I trattati, però, sono pezzi di carta e lo sono pure le cittadinanze se, alla nazione che le concede, non si è legati dagli unici legami che contano e precisamente quelli del sangue o di un amore vero, rarissimo, dettato da situazioni peculiari ed eccezionali.
In Francia accade oggi ciò che la nostra parte politica previde già in un passato piuttosto lontano: quaranta anni fa ricordavamo agli immemori connazionali che le civiltà si scontrano, non si incontrano.
Se poi a scendere in campo è l’Islam, lo scontro è dolorosissimo e la resistenza, prima della liberazione, può durare secoli, secoli di deportazioni, di stupri, di torture, di massacri.
Basterebbe guardare alla recente storia greca.
Una guerra etnica
In Francia la guerra in atto è quella dei non francesi – dei francesi solo sulla carta – contro i francesi bianchi ed ex cristiani: una guerra che un popolo di occupanti ha dichiarato ad un popolo di fessi che, aperte le porte ai propri nemici, li ha trattati da pari, poi da amici, quindi da ospiti scomodi da temere decidendo, infine, non di bandirli, ma di blandirli.
Chissà cosa credevano questi francesi. Forse di poter ammansire i popoli del deserto insegnando loro la dolcezza della lingua di Parigi? Credevano di renderli tolleranti portandoli al Moulin Rouge? Pensavano di civilizzarli aprendo loro il Louvre e accogliendoli alla Sorbonne?
I fiancheggiatori
È successo il contrario: alle francesi è stato chiesto di indossare il burka, i francesi hanno imbastardito la loro lingua ed oggi sono i magrebini ad imporre la loro barbarie.
Esattamente come in Italia, prima di dichiarare guerra ai francesi, gli allogeni di Francia hanno dichiarato guerra alle francesi tanto che oggi è più sicuro, per una francese bianca, andare in guerra che passeggiare sola in una qualunque città di quella che fu la sua nazione.
La Francia affonda da anni nella melma di una integrazione impossibile acuita, come ovvio, da una situazione economica non facile: dove si confondono gli europei con africani, islamici, sudamericani, il caos sostituisce l’ordine, la civiltà degrada, le scuole falliscono, i sistemi sanitari collassano.
Lo sa bene chi ha voluto e vuole masse di allogeni improduttivi in Europa, gente che sfrutta senza compensare, toglie senza restituire, ottiene senza dare.
L’hanno imbastardita, impoverita ed impaurita e la Francia è sotto scacco.
Il peggio deve ancora arrivare?
I Mohamed di Parigi sono nervosi, perché, malgrado tutto, l’islamizzazione non è totale ed è già passato un po’ di tempo dalle stragi alla redazione del Charlie Hebdo e del Bataclan; gli incendi delle chiese, ormai quotidiani, non destano alcun interesse; Yasmin Sahli ha decapitato il suo datore di lavoro già da qualche anno e anche la terribile vicenda di Samuel Paty è archiviata.
La Francia magrebina necessita di nuova benzina, i nuovi barbari si arrampicano come scimmie sulla Tour Eiffel, mentre Notre Dame continua a bruciare.
Vediamo quanto durerà l’incendio e se si espanderà.
Buon Islam a tutti!
Irma Trombetta