Etologia dell’Homo progressistus – Etologia progressista – L’etologia è la scienza promossa da Konrad Lorenz che studia il comportamento delle specie animali.
Essendo toscano di origine sono per natura dissacrante su ogni tema. Se a questo aggiungo una predisposizione ad osservare il comportamento umano derivante anche dal lavoro che ho svolto per svariati anni, eccomi pronto a descrivere il comportamento di una specie animale che si è evoluta soprattutto negli ultimi anni sfornando quanto di peggio e bizzarro la mente umana potesse immaginare: l’homo progressistus, dallo stesso ritenuto decisamente superiore all’ homo sapiens.
Homo progressistus, cenni preliminari
Vediamo dove vive: normalmente in attici o appartamenti storici situati nei centri ZTL delle maggiori città italiane.
Qui si raggruppa in branchi dove si disserta su tutto ciò che alla maggior parte degli altri animali cittadini appare superfluo o comunque di poco interesse, abituati a tirare cinghia per arrivare a fine mese e a pagare bollette, costretti spesse volte a convivere in realtà disastrate in conflitto con gli ultimi arrivati, coccolati dai maitres a penser che non capiscono perché’ ci sia una ritrosia ad accettare gli ultimi arrivati.
È chiaro per i progressisti: la gente comune è ignorante: non capisce il nuovo che avanza.
Ma per loro l’importante è essere fedeli ai loro ideali: che poi altri debbano invece subirne gli effetti è una conseguenza di poco conto.
Un po’ come chi muore in guerra per il fuoco amico.
Alimentazione dell’homo progressistus
L’homo progressistus ha una alimentazione varia: passa dal vegano perché’ alla moda e per cercare consenso dai nazi ecologisti alla loro alimentazione abituale che viene consumata nei loro luoghi di migrazione estiva ed invernale: spaghetti all’ astice, aragosta, tartine al caviale e vini da 200 euro a bottiglia.
D’altronde i loro apparati digerenti sono delicati e non possono consumare ciò che la plebe mangia normalmente.
Habitat dell’homo progressistus
Come tutte le mandrie i progressisti convergono in inverno ed estate (ben due migrazioni) a Courmayeur e Cortina per la montagna, Capalbio e Forte dei Marmi al mare.
Qui pascolano nei migliori ristoranti spendendo per una cena quello che un operaio guadagna forse in una settimana.
Ma loro sono sul pezzo: a fianco dei più deboli, a patto che stiano distanti e non vengano a chiedere miglioramenti di vita.
D’altronde loro non vogliono cambiamenti, non vorrebbero neppure le elezioni, loro che si definiscono democratici. In fondo perché’ cambiare? Accontentati e camminare a passi lunghi e ben distesi.
E proprio durante le passeggiate in un luogo prima citato ci si può imbattere nell’ homo progressistus: cammina con le mani dietro la schiena tipo umarel e quando ti incontra muove la testa su un lato osservandoti attentamente per capire in che strano e curioso essere si sta imbattendo, visto che non ha le caratteristiche tipiche del branco cui lui appartiene.
Pensa inoltre che il territorio sia suo e tu sia un abusivo.
Lo pensa ma non lo dice perché’ in definitiva è un pusillanime.
La femmina dell’homo progressistus
L’homo progressistus si accompagna alla femmina del suo branco: lei è volutamente sciatta, veste etnico con capi che costano una fortuna ma sono ecologicamente corretti e bacia con falsità le femmine degli altri homo progressistus dandosi appuntamento a casa di Celeste Maria Vittoria o alla villa di Enea Tancredi.
Li puoi osservare con il dito sulla guancia mentre ascoltano i pistolotti di qualche scrittore a loro allineato e che deve le sue fortune al fatto che esterna ciò che LORO vogliono sentire altrimenti non scriverebbe neppure le storie di Peppa Pig.
Sono così: credono di essere importanti ma in verità sono utili al paese come una parte del corpo sita nella parte posteriore e priva di orifizio.
Maurice Garin