Un’altra Germania e un’altra Europa sono possibili. – Le elezioni europee del 2024 si avvicinano e, mentre il Parlamento di Bruxelles propone di aumentare i seggi per nove paesi della UE (si tratta di 11 unità, per arrivare ad un totale di 716 parlamentari), c’è chi pensa a novità molto più sostanziali.
La proposta di AFD
Il partito tedesco Alternative für Deutschland, in vista del suo congresso di fine luglio a Magdeburgo, sta valutando di impostare la campagna elettorale per le elezioni federali di settembre sulla richiesta di scioglimento della UE. La mozione, parzialmente resa nota dal quotidiano Die Welt, prevede una “dissoluzione ordinata” dell’attuale Unione, per fondare successivamente una “nuova federazione di nazioni”, “comunità economica e di interessi”.
L’Europa delle patrie
La mozione esprime tutta la contrarietà del movimento verso la UE e le élite globaliste che la sostengono, “un’entità antidemocratica” governata da una “burocrazia non trasparente e senza controllo”. La conclusione, che ci trova pienamente d’accordo, è che la UE non sia riformabile ma, a questo punto, possa essere solo sciolta, attraverso un percorso che passi per referendum nei singoli Stati membri. Nel frattempo, bisogna opporsi a tutte le misure che limitino la sovranità nazionale.
Fallimento dell’UE
Oltre due decenni di fallimenti ci parlano di un’Unione in cui i cittadini sono certamente meno liberi e più poveri. E il quadro che si prospetta è dei più allarmanti: verranno colpiti duramente i risparmi, le case, le coltivazioni, la pesca, il mondo dell’auto, l’industria.
Polonia e Ungheria sono da tempo sotto continui ricatti e minacce perché non accettano i diktat del gender. Eppure, quasi nessuno osa anche soltanto mettere in dubbio la validità di questa costruzione mostruosa. E chi lo fa viene subito messo all’indice con le stimmate del populista.
L’esempio Brexit
L’Unione Europea è un dogma, non si può discutere, si deve accettare non solo come destino inevitabile ma anche come migliore tra i destini possibili. Il Regno Unito ha avuto il coraggio di spezzare le catene blustellate con un processo democratico, ha riguadagnato la propria sovranità -che a livello monetario non aveva mai perso – e non è stato vittima di nessun disastro tra quelli pronosticati dai catastrofisti dell’ortodossia unionista.
La speranza divampa
Ora anche in Germania, quella Germania che è lo Stato più forte della UE, la sua vera guida, la nazione che il più delle volte detta l’agenda e impone la linea, comincia a maturare un’altra idea di Europa, basata su fondamenti diversi dall’oppressione burocratica e dalla limitazione della sovranità nazionale.
Forse è questa la vera Europa che dobbiamo costruire, è l’Europa sognata da pensatori e statisti che la immaginarono, prima di tutto, libera, sovrana e forte.
È tempo che anche in Italia si organizzi un fronte patriottico e non conforme che abbia come obiettivo prioritario della sua lotta politica un’Italia libera in un’Europa libera.
Altro che “atlantisti ed europeisti”
Raffaele Amato