Omicidio Giulia Tramontano: si scatenano le erinni femministe – L’orribile omicidio (duplice) della giovane Giulia ha portato ancora una volta alla luce la meschinità e l’odio del mondo progressista.
Il criminale che ha compiuto l’atto passa quasi in secondo piano e non ci stupiremo se a breve qualcuno cercherà di capirne le ragioni.
La canea delle femministe
Ma se facciamo un giro su alcuni giornali e pagine social, scopriamo che viene messo sotto accusa l’intero genere maschile, assieme al concetto di famiglia tradizionale. Concetto peraltro estraneo a questi tristi fatti, dal momento che l’assassino aveva più storie contemporaneamente.
Ogni scusa è buona per creare odio di genere, per alimentare diffidenze aprioristiche tra i due sessi, per fomentare un’emergenza che non esiste ignorando l’emergenza vera.
Perché il vero pericolo non è rappresentato dalla cultura patriarcale di stampo medievale (che peraltro considerava la donna in maniera molto più elevata rispetto alla mercificazione odierna) ma dalla mancanza di sicurezza e dall’incertezza della pena.
Ci aspettiamo una pena esemplare
Perché se è vero che la giustizia prevede anche la riabilitazione del reo, è altrettanto vero che il carcere deve fungere da deterrenza e da punizione. Questo buonismo della magistratura, unito a quello che vede la sicurezza come “un attentato ai valori antifascisti di libertà individuale”, è complice e spesso concausa di eventi come questo.
E incolpare gli uomini di delitti del genere rappresenta una disonestà intellettuale inaudita, dal momento che i veri Uomini non fanno cose del genere.
La legge farà il suo corso ma noi, non addetti ai lavori, ci rifugiamo nella convinzione che solo la pena di morte può essere l’unica commisurata a questo omicidio doppio, in barba a qualsiasi buonismo che aiuta davvero il consumarsi di “femminicidi”.
Lorenzo Gentile