Stellantis: lo schiaffo degli Elkann agli italiani – Confindustria si fa prendere in giro da Elkann sui 400 miliardi di fatturato automotive in Italia.
L’ex numero 1 di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, ha nuovamente chiesto l’ingresso di CDP in Stellantis per arginare la visione francocentrica del gruppo.
Ecco più precisamente la richiesta di Bonometti: “Il governo deve porre le condizioni per nazionalizzare, e dunque garantire la produzione in Italia, di una quota fissa di componenti da montare a bordo delle auto prodotte nelle fabbriche Stellantis”.
Cosa sta rischiando l’Italia?
La perdita di 400 miliardi di fatturato del settore automotive e 380.000 posti di lavoro. Questi sono i valori in gioco: e la Meloni che dice?
La Meloni a suo tempo già lo scrisse su Facebook: “I francesi si sono presi pure la Fiat. Non c’è nessuna fusione tra Fca e Peugeot, ma un’acquisizione in piena regola: ora è ufficiale. Nell’indifferenza degli ultimi governi e nel silenzio dei grandi media, continua la sistematica e scientifica svendita del nostro sistema produttivo”.
E il suo fido Adolfo Urso si apprestò a precisare: “Presenteremo un progetto che preveda la predisposizione di un piano nazionale per l’automotive e la partecipazione di CDP nell’azionariato della nuova azienda al pari della quota pubblica francese. Ormai è, infatti, chiaro come non si sia trattato affatto di una fusione paritetica tra Fca e Psa ma di una vendita che prefigura una governance francese, il cui azionista pubblico ha, peraltro, aumentato la propria quota dopo la fusione, contrariamente a quanto precedentemente affermato”. Le solite parole al vento.
Bonometti e la Meloni fanno la stessa proposta su Stellantis ed Elkann li prende in giro
Entrambi chiedono alla solita CDP (conti correnti postali) di comprarsi una quota in Stellantis per pareggiare il peso dei francesi e guardate che gli risponde Elkann: “Lo Stato entra nelle imprese quando vanno male. Stellantis va molto bene, per cui direi che non ce n’è bisogno”.
Capito il tono canzonatorio?
Fingendo pure di dimenticarsi dei decenni durante i quali la Fiat ha goduto di immensi sostegni dallo Stato italiano. Pagati da tutti i cittadini. e poi, gli Elkann da che parte starebbero? Domanda inutile.
E poi, anche ammesso che questa stramberia di CDP possa un giorno realizzarsi, chi garantisce che gli Elkann voterebbero in assemblea con gli italiani invece che con i francesi?
Fino ad oggi non hanno mostrato nessun affetto verso l’Italia, cedendo da subito, insieme all’azienda, la governance ai francesi.
Ebbe un senso l’operazione Stellantis? Landini disse qualcosa?
Il costo del lavoro in Germania, Gran Bretagna e Francia, è molto più alto rispetto a quello dell’Italia e la scolarizzazione dei dipendenti non era certo superiore ai politecnici italiani.
Quindi l’evidenza dice che era più conveniente puntare sulle fabbriche italiane.
Invece, per intenderci, l’operazione fu da subito chiara: svuotare l’Italia e riempire la Francia e i Paesi con i quali la Francia poteva scambiare favori.
Così arrivò la fabbrica di motori per i van a Ellesmere Port in Gran Bretagna, invece che a Mirafiori vuota.
Poi arrivarono le Gigafactory supportate dalla jointventure Acc prima in Francia e a breve in Germania.
Ed ecco l’ultimo schiaffo: “La nuova Topolino verrà prodotta nello stabilimento di Kenitra in Marocco”.
Con Landini muto come un pesce.
Gli Elkann hanno aiutato la Francia a ripararsi dalla tempesta dell’intelligenza artificiale, che bravi.
L’hanno capito tutti da tempo, l’intelligenza artificiale comporterà la perdita di almeno 300 milioni di posti di lavoro, automotive compresa.
Chi vuole ridurre gli effetti di questo diluvio dovrà “rubare” il lavoro alle altre nazioni e trattenerlo in casa propria, come ha fatto la Francia grazie all’operazione Stellantis.
Un sentito ringraziamento alla famiglia Elkann.
Carlo Persano