L’immunità di cui godono i transessuali – Desta scalpore, negli ultimi giorni, un episodio di cronaca che ha visto coinvolti degli agenti della polizia locale di Milano ed un trans brasiliano di 41 anni.
Nello specifico, i vigili sarebbero intervenuti a seguito della chiamata da parte di diversi cittadini, allarmati dalle urla del trans che bighellonava di fronte ad una scuola inveendo contro passanti e studenti e sostenendo di avere l’AIDS.
Gli agenti, a quel punto, sono intervenuti con ambulanza al seguito e hanno provato a far salire il trans sull’auto. È allora che il quarantunenne ha iniziato a sbraitare ed a sbattere la testa contro i vetri dell’auto, minacciando gli agenti.
I quali, dunque, hanno arrestato la macchina e, una volta scesi, hanno colpito il trans con il manganello ed utilizzato lo spray al peperoncino.
Un intervento di routine, nulla di eccezionale.
Eppure, trattandosi di un transgender, ne è nato un putiferio. Subito si è parlato di violenze soverchie ed ingiustificate, tanto che il trans, una volta rinsavito, ha sporto denuncia contro gli agenti per il reato di lesioni personali aggravato dalla discriminazione razziale e dell’abuso di autorità.
Un mondo al rovescio
Una vera e propria pantomima ideologica, animata dalla sinistra e dalle associazioni omosessualiste, le quali non perdono occasione per gridare allo scandalo.
In realtà, invece, gli agenti – per una volta – hanno fatto il proprio lavoro, non lasciandosi sopraffare dal balordo di turno.
Una legge per noi, una legge per loro
Le forze dell’ordine, oramai troppo abituate ad abusare dei deboli e ad assecondare i forti, finalmente si sono comportate correttamente.
D’altronde, chi difende il trans è lo stesso che è sempre pronto a plaudire agli agenti che reprimono i lavoratori o i patrioti, rei di voler difendere i diritti degli italiani.
Ma guai a toccare gay e trans, che rappresentano la nuova categoria protetta e privilegiata, che tutto può e che non si può nemmeno pretendere rispetti la legge, poiché tutelata da una morale ipocrita e folle, alimentata da lobby e nuovi epigoni del degrado culturale imperante.
Giustino D’Uva