C’è del marcio in Canada – Justin Trudeau, primo ministro canadese, in occasione del G7 di Hiroshima si è detto preoccupato da alcune delle posizioni che l’Italia sta assumendo in merito ai diritti Lgbt.
“Sui diritti Lgbt agiamo come gli altri governi”. È così che ha risposto il presidente del consiglio italiano.
Sebbene sia stato un botta e risposta di breve durata, visto che non era uno degli argomenti chiave del bilaterale, non è però passato inosservato alla sinistra nostrana che subito ha colto l’occasione per attaccare l’operato del governo. Riccardo Magi, segretario di più Europa, in un tweet dichiara che “Da italiano e da europeo” si sente “sinceramente imbarazzato”.
Un imbarazzo derivante dal fatto che, nel 2023, al G7, l’Italia deve essere richiamata “per i diritti negati alla comunità LGBTI+”.
Imbarazzato perché l’Italia è il buco nero d’ Europa sui diritti se confrontata al Canada e a un premier liberale, quale è Justin Trudeau” visto che nel corso della sua amministrazione ha legalizzato la cannabis.
Il segretario si considera imbarazzato per le persone LGBTI+ che vivono in Italia e per l’isolamento internazionale a cui il governo Meloni sta relegando il nostro Paese.
Qualche esempio
Abbiamo raccolto qualche esempio di civiltà che arriva direttamente dal liberalissimo Canada.
Partiamo da Robert Hoogland, un padre canadese arrestato per aver utilizzato il femminile nel rivolgersi alla figlia quattordicenne anziché il maschile, visto che lei si sente maschio.
Infatti, la Corte Suprema della British Columbia, nel 2019, aveva stabilito che la figlia poteva sottoporsi a un trattamento a base di iniezioni di testosterone per cambiare sesso senza il consenso dei suoi genitori.
E che se madre o padre fossero stati sorpresi riferirsi a lei utilizzando un pronome femminile, o chiamandola col suo nome di nascita, o ancora cercando di farla desistere dal trattamento, sarebbero stati riconosciuti colpevoli di violenza familiare ai sensi del Family Law Act.
Sempre per quanto riguarda la civiltà canadese, da ricordare Josh Alexander, lo studente arrestato perché si era presentato a scuola dopo la sospensione mossa dalla dirigenza della St. Joseph’s Catholic High School di Renfrew, Ontario, in quanto la frequenza del ragazzo sarebbe stata “dannosa per il benessere fisico e mentale” degli studenti transgender.
L’imperdonabile errore del ragazzo?
Aver protestato contro l’uso dei bagni da parte delle persone transgender e aver affermato che ci sono solo due sessi.
Anche sulla tutela delle donne…
Sulla tutela delle donne, invece, il Canada è nelle condizioni di poter aprire bocca sugli altri paesi?
La risposta la si può dare con la vicenda di Madilyn Rebecca Harks, un molestatore seriale.
L’uomo aveva confessato circa 200 reati sessuali contro 60 vittime minori. Secondo il Vancouver Sun, nonostante abbia subito un intervento chirurgico di riconfigurazione genitale, ha aggredito sessualmente due detenute.
Stando così le cose, Trudeau, prima di dar lezioni di civiltà alla nostra Nazione, dovrebbe fare un bel mea culpa sulle vittime della sua, seminate in nome dell’inclusività.
Un’inclusività che mira a cancellare l’essere donna e a silenziare chi osa dissentire a un’ideologia che, in nome della tutela dei diritti, ammanetta la libertà di pensiero.
Rita Lazzaro