La follia della Chiesa: aborto col consenso del cardinale – Ho letto sul nostro giornale l’esauriente articolo di Rita Lazzaro la quale, molto opportunamente, sottolinea la futura tragedia di un popolo, il nostro, che continua a praticare aborti e di un’Europa che continua ad eseguire eutanasie.
In questo sfascio, nel fondo del pozzo dell’ignominia, scorgo un protagonista, un gigante, che si sta distinguendo per ignavia e che ripugna per viltà: Santa Romana Chiesa.
Non bastano le encicliche contro l’aborto, non basta il chiarissimo insegnamento dottrinale: le encicliche non vengono certo lette dal popolo e la dottrina non viene più insegnata dai preti.
Sarebbe indispensabile, in questa giungla in cui perisce costantemente il più debole, che i preti, i vescovi, i cardinali, presidiassero quotidianamente gli ospedali e le cliniche della morte, che scendessero in piazza tutte le sante Domeniche, che portassero in processione la Santissima Madre, che raccomandassero pubblicamente a Dio le anime di chi abortisce e di chi esegue aborti ed eutanasie.
Legge 194
E invece c’è il deserto e nel deserto ogni tanto una vox clamantis … ma per dire cosa?
Che la 194, pur dolorosa, non si tocca e che “nessuno pensa di metterla in discussione”!
A parlare è il cardinale Matteo Zuppi, in una intervista a Stefano Feltri.
Una affermazione come la sua presuppone che sia morta la fede, anzi, che prima di lei sia morta l’umanità, la pietà, la compassione e che, con loro, giaccia il cardinale.
Vorrei chiedere a lui e a tutti i porporati che, non opponendosi, avallano le sue dichiarazioni, se la porpora, quel rosso vivace che contraddistingue il loro abito rappresenta il sangue che sono disposti a versare per Cristo e per la Chiesa o il sangue dei bambini abortiti anche grazie al loro assenso!
Neppure capisco il pensiero di noi semplici fedeli … tutti in silenzio … ovvio … mica si può mettere in pericolo la vita della donna che va abortire e che, senza la 194, lo farebbe dalla mammana!
La logica
Mi chiedo perché, seguendo la medesima logica, non si dichiari legale l’omicidio del già nato, la rapina, il sequestro di persona … chi si macchia di questi reati sovente, nel compierli, perde la vita o rimane gravemente ferito. Mettiamo vicino ai delinquenti l’assistente alla delinquenza, qualcuno che li aiuti nell’esecuzione dei delitti, in modo tale che nulla rischino!
L’assenza di una qualsiasi reazione alle incredibili parole di Zuppi, da parte dei prelati, può essere interpretata diversamente se non come connivenza? Sì, potrebbe essere interpretata come vigliaccheria … e non è consolante!
Possibile che Zuppi non parli mai di peccato della donna? Possibile non lo sfiori l’idea di parlare del peccato del padre del bimbo abortito? Come si può tollerare che, nell’era della comunicazione, Zuppi non accenni alla responsabilità di un tale atto e men che meno alla responsabilità maschile?
È imperdonabile che non si ripeta agli uomini, fino allo sfinimento, che l’aborto a cui loro danno il consenso, li condanna nella stessa identica misura.
Donne pentite
Vedo qualche donna pentita, non mi pare di aver mai sentito voci maschili … anche perché i maschi non sono stati educati a sentire e a vivere la tragedia dell’aborto come un dramma che li riguarda e la 194, estromettendoli del tutto dalla decisione, non fa che ingigantire il problema.
Manca chi svegli questi uomini e chi li risvegli alla tremenda realtà del castigo ultraterreno.
Certo non lo faranno i servi di Cristo che, porporati o meno, hanno dato prova, almeno in questa occasione, di aver tradito.
Quel che non fanno loro, facciamolo noi fedeli! Ricordiamo e ripetiamo senza paura che l’aborto è un omicidio ed un doppio suicidio: della madre e del padre dell’assassinato e che, senza pentimento, è un peccato che condanna all’inferno, malgrado tutte le aperture di Zuppi, i distinguo e le battute che hanno contraddistinto una intervista che Dio non voglia debba, difronte a Lui, rimpiangere di aver concesso!
Irma Trombetta