SANTA MARIA DEL ROSARIO DI FATIMA – 13 maggio ~ Santa Maria del Rosario di Fatima. Ave, Ave, Ave Maria…
P R O P A T R I A
I
SOLDATO ITALIANO, prendi e leggi il VANGELO che ti offre la Chiesa di Gesù Cristo:
il SANTO VANGELO è dono di Dio, ti rivela Dio, ti parla di Dio;
il SANTO VANGELO santifica il dolore, rischiara la pena, nella vita è norma e forza, nella morte è conforto e speranza;
il SANTO VANGELO fissa le linee immutabili della giustizia, è semenza fecondissima di civiltà, è lievito di sublime amore che tutto purifica, tutto trasforma, tutti eleva.
II
il SANTO VANGELO ti ricorda magnifiche figure di Soldati Romani:
il Centurione che con fede umile, a Gesù Cristo che si offriva di andare alla sua casa per guarirgli il servo dice: “Signore, non sono degno che tu entri nella mia casa, ma di soltanto una parola e il mio servo sarà guarito” (Mt VIII – Luca III).
L’altro Centurione che, atterrito per la malvagità umana, testimone delle rivolte della natura, ammirando le virtù sublimi del Redentore morente, esclamò: “Veramente costui era figlio di Dio” (Marco XV).
Imitali nella fede in Gesù Cristo, nella fedeltà al sovrano, nella onestà dei costumi.
III
Sei colto? Leggendo il Vangelo parli a Dio.
Sei semplice? Leggendo il Vangelo Dio parla a te.
Incontri difficoltà? Interroga la tua coscienza e sii sincero con te stesso e conoscerai la verità; invoca la Vergine Madre sede della sapienza alla quale tua madre ti consacrò bambino e ti affida ora nei pericoli della guerra; nelle ore di riposo consulta il Cappellano, che ti è a fianco e che parla a te di Dio, a Dio per te; e trasmette al cielo le suppliche e i gemiti della terra, le ansie e le speranze della tua esistenza.
VIVI IL VANGELO E SARAI DEGNO SOLDATO D’ITALIA E DEGNO FIGLIO DI DIO”
– Padre Enrico Genovesi, dal tempo della guerra.
Madonna del soldato, Benefattrice dell’Italia in armi, Signora dell’unione fascista…e chi più ne ha ne metta!
“De Maria numquam satis”: Parlar di Maria – e delle sue vittorie – non è mai abbastanza, ricorda l’antico aforismo tuttora in cerca di autografo autentico, che qualcuno affibbia a Bernardo di Chiaravalle e altri a Luigi di Montfort.
Comunque non sarà mai sufficiente una lode ben fatta alla Madre per eccellenza; come pure non potrà mai esser esaustivo un ricordo, sebbene puntuale e mosso dal cuore, posto in essere pei nostri cari Soldati d’Italia defunti sugli storici campi di guerra o presentemente attivi nei vari versanti bellici.
Penso al ‘Conflitto europeo’ del 1915-’18. Penso alla superba crociata intrapresa dalla nazione littoria nel 1940 contro i sistemi atei del democratismo liberale e del socialmarxismo: nell’epoca in cui i Politici di qua spronavano alle conquiste personali dell’italiano nuovo, per farsi autosufficiente, per il progresso di un popolo unito in una idea chiara e schietta e pronto a perseguire un unico obiettivo, quello dell’equa pace.
‘ I L C A N T I C O D E L L ‘ I T A L I A R E D E N T A ‘
Una sfida lanciata a quell’ateismo mondiale, che di per sé è antiromano e antitaliano, e perciò antifascista, contro cui già Giuseppe Mazzini si scagliò lucidissimo quando scriveva: “O Padre, sperdi da noi, checché avvenga nel tempo di prova che ancor ci avanza, l’ateismo della disperazione, il soffio gelato del dubbio, il freddo della solitudine ch’è il peggiore dei mali […]”; decretando la misconoscenza di Dio non solo un’attitudine malata, ma anche una religione. La religione della ‘solitudine’.
Epoca, ancora, nella quale l’Autorità sospingeva sì alla guerra atroce -architettata da antichi parassiti di dentro e di fuori-, ma dichiarando la volontà sincera, audace, italiana, di raggiungere una Vittoria sicura e presta conseguendo <Pace con la Giustizia per tutti>.
C U M I U S T I T I A, P A X !
Parimenti la Nazione intera, fatta anche da chi non poteva partire ed era obbligato a rimanere sull’amata terra: fatta cioè di madri, di mogli, fidanzate fedeli, assieme agli anziani e ai pargoli, supplicava alla Vergine sgranando come una gigantesca corona armoniosa “dai picchi nevosi delle Alpi” fin tra i coloni dell’Oceano Indiano.
Sia nel primo che nel secondo conflitto, in entrambi i casi i Nostri non mancarono mai di onorare la madre patria santa e, voglio pensare, essendo coscienti di vivere e combattere e morire sotto gli occhi di un’altra santa madre.
Essi quindi dimostrarono compiutamente di essere quei servi devoti dell’Italia e quei <degni figli> di Dio. Penso ai fratelli morti nelle recenti campagne mediorientali. Penso altresì a quelli che rappresentano oggi l’Italia in Europa orientale.
Infatti, come potrebbe risultare bastevole alla memoria di tanti camerati una parola, un poema, anche una vita dedicata alla catalogazione scientifica? Se poi non si pone lo sguardo al di sopra e al di là dei nostri conti umani?
A Colei che fu riconosciuta come genitrice divina conviene che portiamo le nostre gioie e il pianto e, su richiesta degli Eroi, Vi deponiamo in grembo i gagliardetti insanguinati di tutte le loro battaglie.
Su tutti Loro, e su ciascuno particolarmente, o Madre vegliate, vegliate o Maria!
Filippo Bacchettini