Sanchez il barbaro – L’infamia, l’ennesima, si è compiuta lo scorso 24 aprile. Le spoglie di Josè Antonio Primo De Rivera, fondatore della Falange e martire della Guerra di Spagna, sono state spostate dalla Basilica della Valle de los Caidos – Valle dei Caduti -, dove riposavano dal 1959 per volontà di Francisco Franco, al cimitero madrileno di San Isidro.
La Valle de los Caidos, peraltro, è stata recentemente ribattezzata Valle de Cuelgamuros, termine che proviene da due parole: cuelga = appendi e moros = mori, saraceni, in quanto nel secolo XIX molti di loro furono appesi in quella zona. Insomma, se cancel culture deve essere, che lo sia fino in fondo!
Gli orrori della guerra civile
È importante capire il significato di questo avvenimento. Durante la Guerra di Spagna si verificarono numerosi episodi raccapriccianti che videro repubblicani di varie fazioni accanirsi contro conventi e istituti religiosi, profanando altari, calpestando ostie consacrate, stuprando monache, inscenando processioni blasfeme, per arrivare a disseppellire salme di religiosi e oltraggiarle.
Tutto ciò che era sacro venne colpito con furia cieca, ma in particolare l’accanimento contro i defunti, che trovò disumana replica a Piazzale Loreto, ripugna la coscienza di ogni essere umano, quali che siano le sue convinzioni religiose o la cultura di appartenenza.
La pacificazione nazionale
A tanta bestialità, terminata vittoriosamente la guerra, Franco rispose facendo costruire l’imponente sacrario de La Valle de los Caidos, ad una cinquantina di Km da Madrid, dove volle che riposassero i caduti di entrambi i fronti, con un atto concreto di pacificazione nazionale.
De mortuis nihil nisi bonum – dei morti nulla si dica se non il bene – recita il detto latino.
Perché chi è morto non può difendersi e va rispettato, chiunque sia stato in vita. E’ la pietas, virtù del mondo antico, virtù romana e cristiana, fondamento di civiltà. Niccolò Giani analizzò la coesistenza di due Europe contrapposte: l’Europa dell’Ariete, legata ai valori dello spirito, della Tradizione, e l’Europa del Toro, materialista, positivista, antireligiosa.
In vari momenti storici e con varie modalità le due Europe si sono scontrate violentemente e la Guerra di Spagna è stata uno degli scontri più intensi.
I fantasmi della guerra
Da tempo quella guerra sembra tornare con i suoi fantasmi. Non è una guerra di armi e di bombe, ma è altamente distruttiva.
Dopo la morte di Franco è riemersa la furia nichilista, i valori della tradizione sono sotto attacco come e più che in tutto l’Occidente, grazie soprattutto a Zapatero prima e a Sanchez adesso. Ora un ulteriore abominevole atto è stato compiuto: la “Ley de Memoria Democratica”, che va in direzione esattamente opposta a quella della pacificazione immaginata dal Caudillo, dividendo i morti in buoni e cattivi, fino a far spostare nel 2019 i resti di Franco e ora quelli di Josè Antonio, con macabra esultanza del capo del governo spagnolo Sanchez.
Lo insegna la Natura: sono i vermi ad infierire sui morti. Oggi in Spagna prevale l’Europa del Toro. Ma la Storia sta già dicendo chi sta dalla parte della civiltà e chi, invece, ha scelto la barbarie.
Raffaele Amato,
autore del saggio Vangelo e Moschetto