La Révolution – atto secondo – 1 maggio 2023: la Francia è ancora in piazza contro la riforma delle pensioni. La brace ha bramato sotto il letto di cenere – è il caso di scriverlo – poiché nel nostro viaggio a Parigi – leggi l’articolo – durante la Pasqua, non avevamo incontrato vis a vis la rivolta dei parigini, ma segni inequivocabili ci avevano confermato che la Révolution c’era stata eccome e che era plausibile sarebbe riesplosa nel volgere di qualche giorno.
Immediatamente dopo il nostro ritorno, le proteste hanno ripreso vigore, le fiamme sono divampate con più “verve” tra scontri con la polizia e manifestazioni di sdegno, su tutte la minacciosa Haka en français, il cui bersaglio – nemmeno a dirlo – è stata ancora la testa di Macron, ormai novello Robespierre.
Il 1 maggio – era presumibile – è stato teatro di un ritorno di fiamma in grande stile con foltissima partecipazione della popolazione nella capitale come in tutta la Francia. A Parigi, a Nantes, a Lione, sono piovute Molotov sulla polizia schierata a fronteggiare la manifestazione di protesta contro la riforma delle pensioni. I francesi si sono fatti valere – nonostante si vociferi di infiltrazioni di Black block nei cortei – schierando 550 mila persone.
Alle cariche della Police, i cittadini hanno risposto con assalti armati, bottiglie incendiarie e colpi di bastone. La situazione è in divenire, ma la protesta non accenna a scemare: gli animi caldissimi dei focosi francesi non si raffredderanno fino alla vittoria in ragione del cuore guascone che sembra battere in petto ad ogni cittadino.
“Parlano blasone, cuore Borgogna, son questi i cadetti di Guascogna di Carbon de Castel-Jaloux. Occhio d’aquila, gamba di cicogna, baffi da gatto, zanne di lupo, caccian la feccia fin nella fogna…” recitava l’indomito Cirano.
Stia in campana Emmanuel la souris, les chats sont toujours dans les rues de la ville…