L’Aviazione Nazionale Repubblicana e i suoi eroi – Lo scorso 28 marzo l’Italia ha festeggiato il centenario dell’aeronautica militare. Tanti i discorsi solenni da parte delle cosiddette Autorità, mentre Piazza del Popolo a Roma era stata addobbata a festa per permettere ai romani di assistere al passaggio suggestivo delle Frecce Tricolori.
Si sono dimenticati del fondatore
Non sono stati pochi però quelli che primariamente sui social hanno giustamente osservato che, in nome della Cancel Culture, volutamente sia nei discorsi che nei reportage televisivi e radiofonici nessun riferimento storico è stato fatto a Italo Balbo che dell’Arma Aeronautica fu il fondatore e il beniamino.
Balbo, il trasvolatore degli oceani, cui si deve appunto la trasvolata oceanica del 1933 in occasione del decennale della fondazione dell’ala azzurra. Questa trasvolata che seguì alla prima del 1930, si svolse dal 1° luglio al 12 agosto 1933 da Orbetello a Chicago con ben 25 idrovolanti, sotto la guida appunto di Italo Balbo, Maresciallo dell’Aria e ministro dell’aeronautica.
A queste omissioni che lasciano il tempo che trovano perché non basta tacere le verità storiche per cancellarle, va poi aggiunto che nulla è stato detto anche a proposito dell’Aviazione Nazionale Repubblicana che proprio quest’anno festeggia gli 80 anni della sua fondazione. Una coincidenza singolare che vale la pena di rimarcare.
A colmare però in parte questo vuoto interviene proprio in questi giorni la pubblicazione in Germania di un libro postumo dello storico tedesco Hans Werner Neulen, intitolato Mussolinis letzte Flieger , Gli ultimi aviatori di Mussolini.
Senza speranze di vittoria, l’ANR dal 1943 al 1945.
Il libro è postumo in quanto Neluen è scomparso nel luglio del 2021 mentre il suo lavoro era in corso d’opera ed è merito dei suoi familiari se il materiale, abbondantissimo e corredato di tantissime foto inedite, anche provenienti dall’archivio fotografico di Nino Arena, è stato riordinato e dato alle stampe. Neulen è già noto in Italia per il libro Salò Berlino l’alleanza difficile pubblicato da Mursia in più di una edizione.
Il libro ripercorre le diverse tappe dalla Regia Aeronautica fino alla fine del conflitto in un crescendo di avvenimenti drammatici che videro centinaia di piloti italiani alzarsi in volo con i loro apparecchi, il Savoia Marchetti, il FIAT G.55, il Macchi C205, a contrastare i bombardieri angloamericani che quotidianamente, giorno e notte, lanciavano tonnellate di bombe sulle nostre città e sulle popolazioni civili.
Ricordiamo in proposito il convegno organizzato alcuni anni fa da chi scrive su Foggia città martire, la città, più bombardata d’Italia che ebbe oltre 22.000 morti su una popolazione di circa 70.000. tra il luglio e l’agosto 1943.
Ma non vanno dimenticati nemmeno i bombardamenti su Parma, su Milano, su Ferrara, su Torino ecc. In proposito da consultare è il libro bianco sui bombardamenti angloamericani edito dalla rivista Orientamenti una quindicina di anni fa.
Una storia gloriosa
Per tornare al libro di Neulen, ecco quindi apparire i profili di autentici eroi dell’aria, pronti al sacrificio estremo, come Ruggero Bonomi, Arduino Buri, Mario Bonzano, Remo Cadrigher, Antonio Vizzotto, Ferruccio Yosalla, Giuseppe Bayton e Carlo Faggionni, Luigi Biaggini e autentici personaggi mitici come il Maggiore Adriano Visconti, vilmente assassinato dai partigiani a guerra finita, o la leggendaria Pattuglia Montefusco Bonet.
Questa squadriglia era di stanza nell’aeroporto di Venaria Reale, nei pressi di Torino dal quale operava in difesa del capoluogo piemontese e in generale delle altre città del Nord Italia e che costituiva la base presso cui la Fiat decentrava i G.55 di nuova produzione.
La squadriglia Bonet, istituita nel gennaio 1944, si distinse per diversi episodi di autentico valore da parte dei suoi componenti.
Tra le altre cose va ascritto proprio a lei l’abbattimento di un Boeing B17 Flying Fortress dell’USAAF, uno dei più micidiali bombardieri americani che mettevano a ferro e fuoco le nostre città. Dopo la morte del capitano Giovanni Bonet, abbattuto in combattimento, la Squadriglia prese il nome di “Montefusco Bonet” e fu trasferita a Reggio Emilia dove, nel giugno 1944, fu incorporata nel 1. Gruppo Caccia “Asso di Bastoni”.
Neulen però ricorda altre squadriglie di non meno valore come la Squadriglia “Alessandro Brighi” guidata dal capitano Egeo Fioroni e la Squadriglia “Marco Marinone” guidata dal capitano Camillo Barioglio.
Significativo il fatto che molti di questi piloti seguirono corsi di addestramento anche in Germania, a Holzkirchen in Baviera e a Memmingen dove ricevettero la visita del Maresciallo Graziani.
Operazione Phonix
Di grande interesse in proposito il capitolo sulla Operazione “Phönix“, un argomento davvero pressochè sconosciuto alla pubblicistica ufficiale, riguardante il ventilato progetto, caldeggiato dai tedeschi, di sciogliere la ANR e di dare vita ad una Legione Aerea Italiana integrata nella Deutsche Luftwaffe.
Questo progetto, concepito unilateralmente, incontrò l’opposizione di Vincenzo Costa, segretario del Partito fascista a Milano, che informò immediatamente Mussolini.
Il Duce reagì con grande energia bloccando ogni manovra presso i comandi tedeschi e affermando che “mai i nostri piloti, la nostra Aeronautica, l’aeronautica fascista mai rinuncerà alle sue gloriose bandiere e continuerà a combattere indossando l’uniforme azzurra in totale fedeltà e al servizio della Repubblica Sociale Italiana”. Da tutto questo si deduce che quest’ultimo libro di Neulen oltre a rivestire una notevole importanza storica e a fornire notizie inedite, è un testo che colma una grande lacuna nella storiografia ufficiale e che meriterebbe a breve o lungo termine una edizione italiana.
Nicola Cospito