La gestione pandemica merita un colpevole – La Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della pandemia a Bergamo ha avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati, tra cui l’allora premier Conte e l’ex ministro Speranza.
Nessuna aspettativa
Sarà solo una manovra per far passare come normali i crimini commessi durante la pandemia Covid19, difatti si contesta al governo al tempo in carica la mancata istituzione di una zona rossa, e di gravi mancanze nella gestione che aumentarono esponenzialmente il contagio nella provincia di Bergamo.
Nessun capo di imputazione riguarda il fatto che ai primi pazienti è stata vietata l’autopsia, e sono stati accumulati migliaia di corpi per colpa di cure inappropriate e prassi ospedaliere poi rivelatesi errate.
La Giustizia resta un miraggio
Quando poi furono effettuate le prime autopsie, medici come il professor De Donno si accorsero subito che si trattava di un virus che andava trattato in ben altro modo, praticamente come una normale influenza, e che con il plasma iperimmune, si ottenevano enormi risultati per il paziente.
Invece il complesso sistema che ha portato all’allucinante biennio 2020 – 2021 e creato ad arte da politici medici e giornalisti, in combutta con big Pharma e OSM non verrà mai portato in un’aula di tribunale e nessuno dovrà rispondere di quel clima di terrore instaurato ad arte con un martellamento costante passato su tv, radio e giornali.