La rissa di Firenze che non ha fatto notizia – A Firenze, lo scorso 22 febbraio, un quindicenne è stato aggredito e picchiato brutalmente.
Stando a quanto riportato dai media locali, l’aggressione si sarebbe consumata verso le ore 22:00 nel centro storico del capoluogo toscano, a due passi dagli Uffizi e da Palazzo Vecchio, mentre il ragazzo stava tornando a casa.
La ricostruzione degli eventi
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, uno dei due gli si sarebbe parato davanti e gli avrebbe intimato di dargli il portafoglio.
Una richiesta che l’adolescente avrebbe assecondato ma l’accondiscendenza mostrata nei loro confronti non sarebbe tuttavia bastata per scongiurare il pestaggio: quando gli stranieri si sono accorti che il borsello conteneva solo un euro, non sono riusciti a trattenere l’ira.
Ed avrebbero quindi rivolto un sonoro ceffone alla vittima, gettandola poi a terra e colpendola a calci e pugni. Un crescendo di violenza durato pochi secondi: il duo si sarebbe “accontentato” dell’euro e dello smartphone che il giovanissimo aveva in tasca, arraffandolo per poi darsi rapidamente alla fuga.
Il ragazzo, per quanto dolorante, sarebbe comunque riuscito a rialzarsi e a tornare a piedi dai genitori, prima di essere trasportato per ricevere le cure del caso presso il pronto soccorso dell’ospedale di Santa Maria Nuova (dove ha ricevuto cinque giorni di prognosi).
La denuncia della famiglia
La famiglia ha poi denunciato l’accaduto ai carabinieri, con i militari dell’Arma che stanno indagando per risalire all’identità degli aggressori. Per quel che riguarda l’origine di questi ultimi, è stata la stessa vittima a far presente alle forze dell’ordine come non si trattasse di italiani, sulla base del loro accento.
Gli aggressori non sono italiani
Ma l’attenzione è tornata nuovamente sulla “questione sicurezza”: secondo la stampa fiorentina, si tratterebbe dell’ennesimo caso di violenza emerso negli ultimi mesi. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia avevano più volte sollecitato un intervento da parte dell’amministrazione comunale di centrosinistra guidata dal sindaco PD Dario Nardella, volto a contrastare in maniera più efficace il fenomeno. E numerosi residenti starebbero facendo lo stesso, da tempo.
I media distratti
Una vicenda che ha luogo nella stessa Firenze in cui, il 18 febbraio scorso di fronte al liceo Michelangiolo, è scoppiata una rissa tra ragazzi di Azione Studentesca e studenti di sinistra.
Una notizia che è stata rigorosamente filtrata dalla comunicazione politicamente corretta che, infatti, ha descritto il tutto come un “agguato squadrista”, omettendo una serie di passaggi.
Come il fatto che i ragazzi di destra stavano volantinando per presentare il loro programma politico e, in seguito, vederseli strappati dai ragazzi di sinistra che avevano anche cominciato a spintonare i primi.
Oppure che una settimana prima dell’agguato di fronte al Pascoli quindici ragazzi di sinistra, armati di cinture e incappucciati, si erano presentati di fronte ai giovani di destra che stavano volantinando per il Giorno del ricordo per pestarli. Il provvidenziale intervento dei professori ha evitato il peggio.
Due pesi e due misure
L’ infamia subita dal quindicenne seguita dall’informazione a metà improntata sul principio del “due pesi due misure” ricorda anche quanto successo a Filippo Limini, 25 anni, morto in una rissa circa un mese prima dell’orrore commesso su Willy Monteiro, il 6 settembre 2020.
Eppure, per il primo, come per tanti altri giovani morti durante un brutale pestaggio, tutto è caduto nel dimenticatoio sia politico che mediatico.
Vicende queste, che fanno riflettere sulla reale applicazione del principio di uguaglianza formale dove l’essere vittima e carnefice dovrebbero andare oltre il colore politico e di pelle.