Orban ferma le nuove sanzioni alla Russia – La riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 Stati membri dell’UE si è riunita al fine di approvare il decimo pacchetto di sanzioni alla Russia, per oltre 11 miliardi di euro.
Le nuove sanzioni prevedono ulteriori penalizzazioni finanziarie ed economiche, volte a stroncare del tutto la capacità di finanziare l’industria bellica di Mosca.
Il nodo Rosatom
Sul punto, non a caso, si intendeva colpire Rosatom, ossia il colosso nucleare russo, fonte di enormi introiti per la Federazione.
Eppure, malgrado il sostegno in pompa magna degli USA e delle principali potenze europee, per ora l’ennesimo pacchetto sanzionatorio è naufragato.
Orban tiene la barra dritta
Complice della mancata attuazione anche l’ostracismo dell’Ungheria di Orban, il quale ha posto il proprio veto all’inserimento di Rosatom tra i destinatari delle misure sanzionatorie.
Fare gli interessi dell’Ungheria
Orban, infatti, è ben consapevole che rinunciare del tutto ai rapporti commerciali con l’alleato russo non può che essere deleterio per l’Ungheria e per l’Europa intera, tanto più in materia di approvvigionamenti energetici.
Anche la Germania, pur dovendosi mantenere fieramente atlantista, si è rivelata scettica sulle ulteriori sanzioni. Chi, invece, come al solito, non ha battuto colpo, è stata l’Italia.
La Meloni sempre peggio
Al contrario, la Meloni – forte del suo recente viaggio a Kiev – si mostra sempre più arrendevole verso la Nato ed il nuovo padrone ucraino, al quale vuole mostrare deferenza e remissività.
A rimetterci, ovviamente, è l’interesse nazionale, che viene sistematicamente vilipeso in favore di logiche deteriori ed inaccettabili, che guardano unicamente agli interessi geopolitici degli USA e di Bruxelles.
L’Italia sarà finalmente libera e sovrana solo quando seguirà l’esempio dell’Ungheria e finirà – una volta per tutte – di rispondere esclusivamente agli interessi dei padroni di turno.