Attacco UE alle case degli italiani – Mentre governo e opposizione in altre faccende son affaccendati, la benamata Unione Europea rilancia, con una ulteriore stretta, l’efficientamento energetico delle abitazioni residenziali portando i paletti alle classi energetiche E e D (non più F ed E) rispettivamente entro il 2030 e il 2033.
Il compromesso di FDI
Ringraziando il Ministro Gerolamo Pichetto Fratin, che con sprezzo del buon senso, ha avvallato per l’Italia il “compromesso” tra i ministri dell’energia lo scorso ottobre, permettendo questa vera follia comunitaria, vediamo qualche numero.
Ad aiutarci i dati Istat e Ance: nel 2021 il 34 per cento degli immobili era in classe G, il 24 in classe F e il 16 per cento in classe E.
Circa il 75 per cento degli immobili residenziali, dunque, pari a oltre 9 milioni, dovrebbe salire in classe energetica D entro il 2033.
Una mazzata alle famiglie italiane
Secondo alcune stime, la spesa in Italia si aggirerebbe intorno ai 1.500 miliardi di euro.
Sempre l’Ance, l’associazione dei costruttori, denuncia l’assurdità del piano Ue: In Italia nel biennio 2017-2019 abbiamo ristrutturato mediamente 2.900 edifici all’anno, mantenendo lo stesso ritmo saranno necessari 630 anni per raggiungere il primo step della direttiva.
Ma questo non ferma certo gli “amici” europei
Nel 2021 Confedilizia ha ammonito il governo dell’esplosione dei prezzi dell’edilizia e la spinta inflattiva generata da questa massa di lavori.
Certo è poi il deprezzamento immediato del valore degli immobili, passando per l’indebitamento di famiglie e imprese, con la relativa riduzione dei consumi e i relativi rischi per il sistema bancario.
I regali UE
Gli euroinomani vi racconteranno di mirabolanti fontane PNRR e Fondi di Coesione, cornucopie di carta moneta elargita, dalla cotonata & fratelli di compasso, ma i numeri sono devastanti.
Utilizzando l’esperienza “Superbonus 110%” ci si può fare un’idea: la direttiva Ue imporrebbe, venti volte il numero degli interventi finanziati con il Superbonus, ad un ritmo doppio: 740 mila l’anno anziché in due anni. Se il Superbonus ha generato un aumento dei costi dei lavori edilizi di almeno il 22% solo in Italia! cosa accadrà quando i lavori saranno venti volte in più da noi ma anche, è presumibile, nel resto d’Europa?
Nessun impatto sulle emissioni
Ad aggiungere legna al falò necessario per queste norme viene Sergio Giraldo (La Verità) che ha di recente scritto sul tema, “la riduzione delle emissioni operative in Italia sarebbe di 41 milioni tonnellate all’anno, pari allo 0,11 per cento delle emissioni globali… Un nulla che però ci costerebbe 1.500 miliardi”.
Partendo da tutto questo, non si capisce l’ignavia che ha spinto numerosi esponenti politici, di governo, ad affermare che “l’intento generale” della direttiva è condivisibile, ritenendo però sbagliati “modalità e tempi” come ha fatto l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini.
L’ignoranza e la stupidità, oltre un certo limite, sono una colpa non una scusante e avvallare questo attacco alle nostre case, da parte chicchessia, è alto tradimento nulla di più e nulla di meno.