In un Europa guerrafondaia Orban predica nel deserto – Il Governo di Kiev ha chiesto all’Unione Europea nuove restrizioni contro l’economia russa, questa volta dirette a colpire Rosatom, ossia l’agenzia russa per l’energia nucleare.
Un modo evidente per fiaccare gli introiti di Mosca derivanti dal settore energetico.
Orban predica nel deserto
A rispondere a Zelensky, pur indirettamente, è stato Victor Orban, presidente ungherese, che ha manifestato il proprio dissenso rispetto ad un’ulteriore recrudescenza delle sanzioni. Già, infatti, sono tanti i settori russi colpiti dalle restrizioni da parte del blocco occidentale, per cui – a dire di Budapest – bisogna evitare di tirare ancora la corda.
Orban, infatti, ha puntualizzato che, con la strategia di escalation attuale, l’occidente si sta progressivamente trascinando nel conflitto, mentre invece (come è giusto che sia) l’Ungheria non ha alcun interesse ad entrare in guerra.
La questione dei carri
Peraltro, è di questi giorni la notizia dell’invio di carri armati pesanti a Kiev, da parte di USA e Germania; notizia che allarma non poco, poiché l’invio di tali armamenti da parte della Nato è una provocazione netta contro Mosca, cui si teme possa seguire un aumento dell’intensità del conflitto.
Orban questo lo sa bene e cerca, ragionevolmente, di far ragionare gli alleati atlantici. I quali, però, sono evidentemente troppo accecati dalla smania di far affondare Putin per rendersi conto dell’inopportunità di una Terza Guerra Mondiale.
L’Italia intanto…
L’Italia, nel suo piccolo, dovrebbe seguire l’esempio dell’Ungheria e di chi predica la pace, piuttosto che accodarsi ciecamente alla scia folle e guerrafondaia di Washington e della Nato.
Ma purtroppo si sa perfettamente quanto la Meloni e la destra istituzionale siano servi sciocchi ed insulsi degli Stati Uniti quindi, nessuno spiraglio di indipendenza si profila per l’Italia.
Il Belpaese, dunque, c’è da scommettere che seguirà la scriteriata politica di nuove sanzioni e di invio di ulteriori armamenti. Con tutto ciò che ne seguirà in termini di instabilità ed impoverimento per la nostra Nazione, più in balìa che mai di eventi che i governanti non sono in grado di gestire.