Canili, amministrazione pubblica e associazioni – Da ragazzino avevo un cane, si chiamava Bernardo (sembrava un San Bernardo in miniatura).
Dopo la sua morte, a 13 anni, nel giorno della festa dedicata alla Madonna della Neve di Monte Cervati, non ho più voluto cani. Un po’ per il forte dispiacere per la sua perdita un po’ perché mi sentivo che avevo fatto poco per lui e questo pensiero mi tormenta ancora oggi.
Ero giovane, avevo tante distrazioni, andavo sempre di fretta e probabilmente non ho dato abbastanza amore quel dolcissimo cane che, ancora oggi mi manca.
Avrei dovuto dargli molto di più, avrei dovuto accudirlo meglio, avrei dovuto farlo sentire più parte della famiglia. Questo rimorso credo me lo porterò fino alla fine dei miei giorni, almeno fin quando, se Dio vorrà, potrò rincontrarlo e chiedergli scusa perché, ne sono convinto, nel posto che Dio ha destinato a noi dopo la morte, ritroveremo tutte le cose che abbiamo amato durante la vita e io spero tanto di rincontrare anche Bernardo.
Adozione di un cucciolo
Per anni mi sono rifiutato di prendere un cane seppur sia un animale che mi piace molto, al contrario dei gatti che mi incutono un po’ di paura ma a cui non farei mai del male, finché dalla bacheca facebook della mia cara amica Lucia, ho letto un appello in cui si cercava una famiglia che adottasse due cucciolotti che erano stati abbandonati.
L’ appello veniva dall’associazione gestita dalla sorella Simona, Anima Randagia. Ebbene, quei due meticci mi hanno subito colpito, erano completamente diversi dal mio Bernardo, sia nei colori che nella conformazione fisica, eppure me lo ricordavo tanto.
Sono stato giorni a pensarli, finché, d’accordo con la mia famiglia, ho chiamato Lucia per chiedergli se potessi adottarne uno. Siamo partiti dopo pochi giorni con mio figlio per vederli da vicino e, se avessi avuto qualche dubbio ancora, appena li presi in braccio ebbi la certezza che quel cagnolino doveva essere mio. Avevano appena un mese e mezzo erano piccolissimi.
Il lavoro delle associazioni
La loro storia era simile a tante altre storie di cani abbandonati, otto cuccioli strappati alla madre, di cui non si avevano notizie, abbandonati e destinati ad una morte certa che solo l’intervento dell’associazione anima randagia ha evitato, purtroppo non per tutti, per tre di loro non c’è stato nulla da fare. Simona, ha accudito due cuccioli ed un’altra volontaria gli altri tre, hanno fatto di tutto per salvarli, portandoli dal veterinario, nutrendoli pazientemente, addirittura per uno di loro, che poi sarebbe diventato il mio cagnolino, Simona è dovuta ricorrere alla respirazione bocca a bocca tanto la situazione era disperata.
Sta di fatto che alla fine mi sono innamorato di questo due cuccioli e li abbiamo adottati insieme perché non potevamo separarli. Ed è stato così che Sheldon e Leonard sono diventati parte della mia famiglia. Con estrema gioia, di tanto in tanto ricevo anche notizie di Brioche, la loro sorellina che ora vive a Teramo con una bravissima ragazza anche lei amante degli animali. Da quel giorno per me e la mia famiglia tutto è cambiato, i cani sono un impegno importante, tante necessità, tante responsabilità, tanti danni a casa, ma è tutto ripagato.
I migliori amici dell’uomo
Questi esseri pelosi riescono a trasmetterti un amore che è indescrivibile, nei momenti di tristezza sembra che capiscano e ti si avvicinano riuscendo a regalarti un sorriso, ti guardano come se volessero rendersi partecipi della tua vita e sollevarti, anche se per pochi minuti, dai tuoi pensieri. E ci riescono. Da quel giorno mi sono iscritto ad alcuni gruppi sui social che trattano di adozioni di cani abbandonati, questo ha portato l’algoritmo ad evidenziarne a caterva facendomi rendere conto che il problema randagismo e il problema abbandono degli animali è di un’entità tale che nemmeno potevo immaginare. Migliaia di annunci tutti i giorni di cuccioli abbandonati e destinati a morire se non ci fosse il provvidenziale intervento delle associazioni che però non sempre riescono a salvarli spesso a causa del subentro di malattie, parassiti e malnutrizione.
La situazione dei canili
Inoltre, canili al collasso e canili lager, rinunce di proprietà, mancanza di controlli nelle strutture, scarsa applicazione delle leggi sul maltrattamento degli animali, mancanza di adeguata preparazione nel gestire un animale domestico, convenzioni comunali con canili inadeguati per risparmiare, mancanza di fondi per le associazioni che operano sui territori, cuccioli comprati ai propri figli come giocattoli e poi abbandonati.
Tutto questo mi ha portato a pensare che sostanzialmente, nonostante i politici soprattutto in passato hanno spesso toccato l’argomento, a nessuno interessi combattere il fenomeno randagismo e a tutelare la vita dei nostri amici a quattro zampe.
Un problema amministrativo
Eppure non ci vorrebbe molto per dare un sostanziale aiuto, basterebbe che i comuni utilizzassero meno i canili che giocano al ribasso ma che, invece, ne controllassero l’affidabilità e che abbiano personale a sufficienza per badare ai cani (spesso i cani sono chiusi in gabbia senza mai effettuare “sgambate” per mancanza di.personale o per mancanza di sensibilità di chi gestisce o lavora in questi canili), che venisse fatta rispettare la legge sui maltrattamenti animali specie nei paesi dove i cani vengono spesso lasciati soli nelle campagne, che vengano effettuate campagne di sterilizzazioni gratuite, organizzare convegni ed eventi anche nelle scuole atti a sensibilizzare la popolazione sul fenomeno.
Sostenere le associazioni
Maggiori sostegno alle associazioni molte delle quali non hanno il riconoscimento del 5 per mille o dei finanziamenti pubblici in quanto più piccole e ancora non rientranti nell’albo no profit ma attive sui territori la cui attività può essere monitorata e controllata non solo burocraticamente ma anche nella loro operatività, creazione di un albo apposta per le associazioni di volontariato che si occupano del problema, obbligo di una consulta o un assessorato per il randagismo nei comuni in cui è più evidente il problema, inasprimento delle pene per chi uccide o causa la morte di un animale, campagne di sensibilizzazione per incoraggiare all’adozione di animali abbandonati in particolare di quelli adulti o con difficoltà fisiche che hanno minore richiesta di adozione.
Anima Randagia
Sono poche e fattibili cose che posso significare un inizio per migliorare la situazione. Io, dal canto mio, ringrazio Lucia e Simona e l’associazione “Anima Randagia” per avermi aperto gli occhi su un problema che conoscevo solo per sentito dire e che da oggi diventa un “mio problema” e farò quanto in mio potere per migliorare la vita di queste meravigliose creature, lo faccio per i miei cani, ma lo faccio anche per Bernardo affinché possa essere orgoglioso del suo padrone e che questo possa aiutarlo a perdonarmi per non avergli dato tutto l’amore che meritava con la speranza che il giorno che ci rincontreremo lo vedrò venirmi incontro scodinzolando per dimostrarmi che è felice di vedermi come io sarò felice di vedere lui.