Tredicenne disabile presa di mira dal branco: aveva messo like ad un ragazzo – Una tredicenne disabile è stata vittima di atti di bullismo per aver messo, secondo i suoi aggressori, un like sui social ad un ragazzo. L’orrore ha avuto luogo a Secondigliano, un quartiere a nord di Napoli. A darne notizia è stato il giornalista Pino Grazioli dopo essere stato contattato dalla madre della ragazza e dal suo compagno che hanno sporto denuncia ed hanno chiesto l’intervento del Consigliere Regionale Francesco Emilio Borrelli.
La vittima sarebbe stata contattata insistentemente da tre sue amiche affinché potessero incontrarsi. Dopo vari tentativi le tre riescono a convincere la tredicenne a vedersi sotto casa di quest’ultima. All’appuntamento si presentano in 5 e decidono di portare la vittima in uno spaziale dove sopraggiungono altre due ragazze in compagnia di un adolescente.
La brutale aggressione
Una delle ultime arrivate allora accusa la tredicenne di aver messo un like ad un post di un ragazzo corteggiato da lei e questa accusa basta e avanza affinché tutto il branco si possa scagliare contro la ragazza. Viene afferrata per i capelli, una ciocca viene addirittura strappata, e scaraventata violentemente sull’asfalto e presa a calci. Soltanto l’arrivo di una residente riesce ad evitare il peggio. La donna prende con sé la tredicenne e la porta dai suoi genitori.
Il calvario della sfortunata tredicenne però non finisce li. La ragazza, dopo i tentativi di chiarimento di sua madre con alcune delle aggreditrici, continua a ricevere messaggi minacciosi ed offensivi. Ma alla fine arriva anche la più brutta delle notizie: al pestaggio ha assistito una decina di ragazzi e qualcuno ha ripreso la scena facendo circolare il video sui social network.
La violenza dilaga tra i giovani
Una vicenda indegna e vergognosa che ne ricorda un’altra: stessi carnefici e stesse modalità.
Sono i primi di aprile del 2021. La faccia di Paola (il nome è di fantasia) si gonfia per i pugni, i calci che le hanno sferrato. In tre l’hanno malmenata fino a lasciarla sfinita. Ecco cosa è successo: una l’aggredisce per prima, la spinge, poi un pugno infine l’afferra per i capelli. La piccola rotola in terra. Accorrono altri ragazzini. Si forma un cerchio. Arriva per prima un’altra adolescente che si inchina sulla vittima e comincia a colpirla con violenza.
La dodicenne è in balia dei suoi aggressori non capisce più da dove arrivino le botte. Nessuno interviene in sua difesa. Intorno si sentono solo le urla. Alle fine gli aggressori vengono trascinati via.
Paola è stordita. La maglietta è strappata. I graffi sul viso, sulla pancia. È seduta su un prato verde. Va avanti e indietro con il busto. Il gesto sembra quasi meccanico. Si mette seduta. È avvilita. Gli altri minorenni con in mano un cellulare riprendono euforici la scena.
L’aggressione diventa virale
La dodicenne si solleva i capelli mentre intorno a lei si sentono i commenti dei ragazzini che hanno assistito senza intervenire al pestaggio. L’oltraggio alla giovane vittima non è concluso. Su Instagram partono le dirette, le reazioni degli utenti al video che inizia ad accumulare condivisioni. In una diretta, una delle ragazze che ha picchiato la piccola si compiace: “Guarda le bombe che le ho dato”. Il tutto accade in un arco di tempo brevissimo.
Mentre la picchiatrice rivendica sui social ciò che ha fatto, Paola è al pronto soccorso. Poco prima la madre è andata a prenderla al parco. Incredula e spaventata la soccorre. Fa fatica a credere a ciò che è appena successo alla figlia: la piccola è vulnerabile. Ha delle disabilità che la rendono fragile, delicata. Non è da escludere che chi l’ha picchiata ne fosse al corrente. Sono ragazze del quartiere, della stessa scuola.
Il genitore, consapevole della condizione della piccola, la porta nell’ospedale in cui è seguita. I medici sottopongono Paola ad una serie di esami per verificare che non abbia subito traumi irreversibili. Per fortuna questa ipotesi è esclusa. La piccina ha comunque subito gravi lesioni.
Vicende agghiaccianti, per di più commesse da minori contro una loro coetanea e per di più disabile.
Crimini che continuano a non arrestarsi, il che dovrebbe far riflettere e non poco. Aggressioni brutali che regolarmente finiscono sui social network colpendo ancora di più la vittima nel suo intimo.