Orban blocca l’invio di aiuti a Kiev – L’Ungheria di Orban ha deciso di bloccare l’invio di “aiuti” a Kiev. In sostanza, Budapest si è risoluta a smettere di foraggiare la guerra contro Putin, cessando di mandare armamenti e di gettare benzina sul fuoco.
Una scelta ragionevole
Quella di Orban è una scelta ragionevole, dettata, da un lato, dalla necessità di mantenere rapporti diplomatici e commerciali con Mosca; dall’altro dalla tutela dell’interesse nazionale, messo a repentaglio da una guerra ideologica, i cui unici benefici sono per gli Usa di Biden.
Ovviamente, a Bruxelles la scelta ungherese non è piaciuta affatto, perché Putin è nemico del liberalismo di stampa americana, per cui chiunque osi dire il contrario deve essere trattato alla stregua di un nemico.
Il ricatto UE
Pertanto, l’UE ha intenzione di sospendere ogni finanziamento all’Ungheria, ivi compresi i fondi del PNRR, se non riprenderà immediatamente a finanziare il governo di Zelensky. Un ricatto bello e buono, sul quale dovrà pronunciarsi il Consiglio europeo; con un voto che, tuttavia, appare piuttosto scontato.
A quel punto emergerà inevitabilmente l’ipocrisia dei finti patrioti e sovranisti della destra istituzionale nostrana, i quali si troveranno davanti al bivio tra fare una scelta di coraggio – votando in favore di Orban – oppure assecondare le folli volizioni atlantiste e le prerogative di acritica sottomissione a Bruxelles.
Da che parte starà l’Italia?
Chiaramente, non abbiamo dubbi e sappiamo da che parte si schiererà la Meloni. Obbedirá inesorabilmente agli ordini di Nato e UE, tirando un colpo basso a colui che, almeno apparentemente, era suo alleato e sancendo definitivamente la fine di ogni velleità di indipendenza ed autonomia del governo italiano.