La strage sulle strade italiane: 25 morti in un fine settimana – Il primo weekend di dicembre ha visto 25 morti e diversi feriti, secondo i dati dell’Associazione amici della Polizia stradale che da anni tiene la triste conta dei morti sulle strade italiane.
La vittima più giovane è un bambino di un anno e mezzo trasportato in ospedale ad Alessandria in condizioni gravissime, morendo il giorno dopo.
Nello schianto è rimasta ferita anche la madre, in modo grave, il padre, entrambi di origine macedone, e un’altra persona: il piccolo era a bordo di una Citroen con i genitori che si è scontrata con un Suv Audi sulla provinciale 28. Al momento dell’impatto tra le due auto, una delle quali si è ribaltata, stava piovendo.
Pioggia e nebbia
E proprio le strade bagnate dalla pioggia ma anche la nebbia e il buio hanno contribuito a far crescere un conto già pesante, dopo i quattro ragazzi che hanno finito la propria vita a San Giustino Umbro, mentre stavano andando in discoteca, nella notte tra venerdì e sabato: Luana Ballini, 17 anni, Natasha Baldacci, Nico Dolfi e Gabriele Marghi, ventiduenni.
L’Asaps segnala che a novembre nei fine settimana sono morte 79 persone sulle strade, di cui 13 motocilisti, sette ciclisti e 12 pedoni. Nel periodo estivo erano stati 448 i morti tra giugno, luglio e agosto, a ottobre 139.
Al bimbo morto in Piemonte, si aggiunge una donna di 69 anni, finita con la sua auto contro un albero sulla strada provinciale vicarese a San Giovanni alla Vena, frazione del comune di Vicopisano (Pisa). In Sicilia, invece, un uomo di 67 anni, Biagio Cocchiaro, alla guida di un Suv, stava percorrendo la Sp51 Gela-Scoglitti quando si è schiantato frontalmente con un furgone ed è morto sul colpo. In Friuli, il conducente di un’auto è stato trovato senza vita dopo che il mezzo su cui viaggiava ha finito la sua corsa in un canale, nel primo pomeriggio a Monfalcone (Gorizia).
Venerdì e sabato
Già tra venerdì e sabato c’erano stati altri incidenti mortali. A Nembro, in provincia di Bergamo, una Volkswagen Golf con a bordo quattro giovani è finita fuori strada all’altezza di una curva e si è ribaltata in un fosso. Uno dei quattro, Manuel Rota Graziosi, 22 anni, non ce l’ha fatta, gli altri sono rimasti feriti. Nella notte un’altra donna, 30 anni è morta e altre due persone sono rimaste ferite a Milano, in via Melchiorre Gioia, non distante dalla stazione centrale. Poi un diciottenne a Sondrio: era in auto con due coetanei e stavano andando a scuola, lui è deceduto, gli amici sono stati ricoverati in gravi condizioni.
E ancora, un quarantasettenne è morto ieri verso mezzogiorno, schiantandosi contro il guardrail sulla tangenziale di Milano. A Sant’Egidio, frazione alle porte di Ferrara, ieri ha perso la vita una donna di 82 anni, uscita di strada e finita in una scarpata: il terzo mortale in tre giorni, dopo un ventisettenne a Migliaro di Fiscaglia e il sedicenne Manuel Ntube, giovane promessa del Padova Calcio falciato in bicicletta su via Pomposa, da un automobilista che si è costituito tre ore dopo.
Un altro quarantasettenne è morto alla guida di un furgone a Saccologno, nel Padovano, e un motociclista di 46 a Scicli, nel Ragusano, finendo contro un palo della luce, intorno alle 15 del 2 dicembre.
Una carneficina stradale che continua a non arrestarsi anzi degenera giorno per giorno. Non per nulla gli incidenti stradali rappresentano un problema di assoluta priorità per la sanità pubblica per l’alto numero di morti e di invalidità permanenti e temporanee che causano nel mondo.
Ma quali sono le cause di questa mattanza?
La grande maggioranza degli incidenti gravi e di quelli mortali sono dovuti a una serie di comportamenti scorretti, principalmente eccesso di velocità, guida distratta e pericolosa, mancato rispetto della precedenza o della distanza di sicurezza, assunzione di alcol e sostanze stupefacenti.
Ci sono diversi fattori che possono contribuire al fenomeno degli incidenti stradali: il comportamento e lo stato psicofisico del conducente, le condizioni e la sicurezza dei mezzi di trasporto, la circolazione sulle strade e i pericoli legati al trasporto di prodotti pericolosi. Inoltre, possono incidere anche numerosi fattori umani, come aggressività, status sociale, uso inappropriato di bevande alcoliche e di farmaci, malattie, deficit della vista, uso di sostanze psicotrope, stress, affaticamento, uso di telefoni cellulari alla guida, mancato rispetto delle norme del codice della strada. Inoltre, il rischio può aumentare anche in caso di cattivo uso (o totale mancanza) dei dispositivi di sicurezza, soprattutto in ambiente urbano.
Alcol, stupefacenti, farmaci, malattie
Tra i fattori di rischio legati allo stato del conducente si possono classificare quattro categorie particolarmente rilevanti poiché possono alterare lo stato di attenzione e di concentrazione del guidatore: alcol, stupefacenti, farmaci, malattie.
Per combattere l’impatto derivante dagli incidenti stradali, l’Oms e le istituzioni sanitarie dei diversi Paesi puntano sulla prevenzione. Affinché i programmi di prevenzione possano essere efficaci è necessario innanzitutto informare tutti gli attori coinvolti, dagli operatori sanitari alle autoscuole, dalle famiglie alle scuole, per favorire la consapevolezza dei rischi derivanti da comportamenti sbagliati e per mettere a punto azioni preventive coordinate e attuabili.
OMS
A livello globale, con il World report on road traffic injury prevention del 2004 l’Oms incoraggia i Paesi a pianificare una strategia multisettoriale per la sicurezza stradale, che prenda in considerazione le necessità di ognuno. L’attività di prevenzione deve essere allo stesso tempo ambiziosa e realistica e deve essere seguita da piani di azione nazionali e da specifici progetti di intervento.
In Europa, la Commissione europea aveva promosso un programma per la sicurezza stradale che prevedeva di dimezzare le vittime degli incidenti stradali entro il 2010. Che dire… Qualcosa è andato storto.