Cina e USA fanno marcia indietro sul WTO: cosa fa l’Italia? – La Cina blocca le importazioni nell’agroalimentare e gli USA mettono i sostegni governativi alla loro industria. Un’ulteriore conferma che gli accordi globali del WTO servono solo per fregare l’Italia. Quando verranno arrestati i traditori italiani colpevoli di aver apposto la firma su quegli accordi?
Gli accordi WTO
Ricordiamo brevemente cosa vogliono dire gli accordi della World Trade Organization (WTO). Sono gli accordi della globalizzazione negli interscambi commerciali con l’impegno da parte di tutte le nazioni aderenti ad eliminare i dazi sulle merci scambiate e a eliminare ogni forma di sostegno commerciale ai propri produttori da parte dei singoli governi. Insomma, ci si scambia tutto in un libero mercato globale, senza imbrogli sul valore dei prodotti. Di per sé, è già assurdo aver pensato di farsi invadere dai prodotti provenienti da Paesi a basso costo di manodopera, ma il colmo è stato vedere la serie di imbrogli sottostanti, tali da rendere sempre più finta la pagliacciata di un mercato libero.
Da decenni è così, oggi abbiamo solo le ultime perle di questi inganni continui verso l’Italia.
La Cina blocca le importazioni di frutta e verdura
La prima notizia riguarda la Cina, la quale, fregandosene altamente degli accordi Wto voluti da loro e dai dem americani, oggi sta bloccando le importazioni nell’agroalimentare che infastidivano le imprese cinesi.
Già bloccate le importazioni di mais per un 27,55%, quelle di latte per un 17,3% e quelle di suini per uno spettacolare 49%, “incentivando la produzione locale che è tornata profittevole”. Volumi mastodontici, alla faccia del libero mercato.
Gli USA finanziano l’automotive americano
La seconda notizia arriva dagli Usa dove con nell’ambito dell’Inflaction Reduction Act, il Congresso ha stanziato 370 miliardi con la scusa di finanziare le tecnologie ecosostenibili, a cominciare dall’industria dell’auto. Alla faccia del Wto che proibiva i sostegni alle industrie nazionali.
A questo punto, direte: “Adesso la UE si farà sentire e metterà a posto sia Cina che Usa”.
Solo qualche timido commento da parte del clown Dombroskis: “Quello che chiediamo è equità. Vogliamo e ci aspettiamo che le aziende e le esportazioni europee siano trattate negli Stati Uniti allo stesso modo in cui le aziende e le esportazioni americane sono trattate in Europa”.
L’Europa muta
Ma come? penserete, la grande Germania non protesta a nome di tutti noi? Non traina la Ue contro questa palese violazione dei patti? Ma quando mai. Anzi sarà l’ennesima opportunità per operare sottobanco per sé e per i suoi alleati (es. Olanda), a danno dell’Italia.
Sentite il commento di Jakob Kirkegaard del German Marshal Fund: “L’ultima cosa da fare in questo momento, la cosa più stupida che possiamo fare, è iniziare una guerra commerciale. Penso invece che l’obiettivo potrebbe essere agire in maniera mirata e circoscritta, per consentire un uso più indulgente delle sovvenzioni in Europa”. Ovvero, pazienza se gli accordi Wto diventano carta straccia a seconda della convenienza, tanto adesso ci pensa il governo tedesco a sovvenzionare di nascosto le aziende tedesche e a mettersi d’accordo con cinesi e americani sulla pianificazione di un interscambio occulto. Come ha appena fatto col gas, sovvenzionando le imprese tedesche con 200 miliardi. Adesso sì che i prodotti tedeschi saranno competitivi.
In Italia tutto tace
E l’Italia? Guai se prova a sovvenzionare una sua azienda senza il permesso di Dombrovskis. Col contagocce.
Come fare per uscire da questo inganno continuo? Gli accordi col Wto vanno rinegoziati o aboliti, e, per dare forza al provvedimento, vanno indagati e poi processati tutti i primi ministri che hanno sottoscritto la delega alla Ue per quegli accordi. Prodi, D’Alema, Dini, Berlusconi, Renzi, Letta e Draghi.