La denuncia Pro Vita & Famiglia: gli LGBT vogliono mettere le mani sui nostri figli – In Italia è sempre più dilagante l’ideologia gender che cerca di entrare con prepotenza nelle nostre scuole nonostante gli Art 30 e 33 della Costituzione siano ben chiari rispettivamente sul ruolo delle famiglie e delle istituzioni scolastiche per quanto concerne l’educazione e l’istruzione del minore.
Dovere dei genitori di educare i figli (ex art 30Cost); L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento (ex art 33 Cost). La famiglia educa e la scuola insegna in libertà ossia libera da ogni forma di ideologia sia essa politica o meno. Eppure, nonostante ciò, Pro Vita & Famiglia riceve continuamente segnalazioni di progetti ispirati alla teoria gender applicati nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Negli anni, queste segnalazioni sono state raccolte in un dossier che costituisce il documento più completo nel suo genere (anche se non esaustivo).
Il rapporto di ProVita&Famiglia
In questo dossier Pro Vita & Famiglia riporta una selezione dei principali progetti e iniziative, applicati nelle scuole italiane o comunque rivolti a studenti o docenti, che si ispirano alla teoria di genere – prodotto dei “gender studies” – o/e alle teorie omosessualiste delle associazioni LGBT.
Il dossier riguarda principalmente gli anni 2014 – 2022 e non pretende di fornire un elenco completo.
Dalla denuncia di Pro Vita e famiglia emerge che si tratta di progetti e iniziative che col pretesto di educare all’uguaglianza e di combattere le discriminazioni, il bullismo, la violenza di genere o i cattivi stereotipi.
In realtà promuovono: l’equiparazione di ogni orientamento sessuale e di ogni tipo di famiglia. La prevalenza dell’identità di genere sul sesso biologico (e la conseguente normalizzazione della transessualità e del transgenderismo). La decostruzione di ogni comportamento o ruolo tipicamente maschile o femminile insinuando che si tratterebbe sempre di arbitrarie imposizioni culturali. La sessualizzazione precoce dei giovani e dei bambini.
Le mani LGBT sui più piccoli
Ma non è finita qui, infatti qualche giorno fa, Pro Vita & Famiglia ha denunciato dal suo sito l’inaccettabile iniziativa su sessualità e gender per bambini.
“Contraccezione, anatomia umana con vagine, clitoride e vulva, orientamenti sessuali e l’immancabile identità di genere. Sono questi i temi proposti ai bambini, addirittura in età da scuola materna, dalla prima “Tabooteca” d’Italia, presentata dall’Associazione Orlando all’interno del Centro di Documentazione delle Donne, una realtà femminista e promotrice di istanze transgender e gender fluid e con il supporto di Non una di meno, Mujeres Libres, Cassero.
“A cosa arriveremo di questo passo? A spiegare ai bambini delle elementari o della materna come compiere pratiche sessuali? Tutto ciò è inaccettabile e gli amministratori della città, in modo trasversale, dovrebbero schierarsi contro iniziative del genere, per tutelare i più piccoli e le famiglie bolognesi”. Così Francesco Perboni e Simone Ortolani, rispettivamente referente di Bologna e dell’Emilia-Romagna di Pro Vita&Famiglia Onlus.
Lo Stato che abbandona i bambini
Domande alle quali verrebbe da aggiungerne altre.
Come il mancato intervento della politica nel fermare questo oltraggio all’infanzia sebbene la tutela di questi aspetti sia costituzionalmente riconosciuta (ex art 31).
Come la mancata modifica dell’art 609 quinquies concernente la corruzione di minori. Perché ad esempio, non aggiungere un comma che vieti condotte dirette alla sessualizzazione del minore, privandolo così del diritto all’infanzia? Tra gli altri quesiti ci si chiede perché i garanti dell’infanzia non dicano nulla su questa ennesima vergogna. E i garanti della Costituzione? La stessa che riconosce e tutela il diritto all’infanzia perché non si pronunciano a riguardo?
Ma alla fin fine, tutto questo non dovrebbe sorprendere più di tanto.
Voci nel deserto
Non per nulla si parla delle stesse istituzioni pronte a ricordare un 17 giugno ricco di pace e amore, il tutto ovviamente in funzione ovviamente dei diritti civili, ma che nulla dicono in occasione di un 5 maggio, giornata mondiale contro la pedofilia e la pedopornografia.
Una giornata ricordata solo da associazioni in tutela dei minori e da un don Fortunato Di Noto e altre anime belle di nome e di fatto come Don Maurizio Patriciello.
Un’ideologia che avanza indisturbata e che con prepotenza fa di tutto per sostituirsi alla scienza, al diritto e alla cultura sociale.