“Come è umano lei, signor Macron!” direbbe Fantozzi… E avrebbe ragione: la Francia da sempre è molto… “Umana”!
Lo è stata con gli algerini, lo è stata con l’Italia e con le vittime del terrorismo rosso visto che ha sempre dato rifugio, protetto e mantenuto – e impedendo che la nostra giustizia li raggiungesse – tutti i terroristi assassini che là si erano rifugiati.
È stata umana con la Libia quando, con la complicità della Nato, l’ha bombardata indiscriminatamente e con Gheddafi, di cui ha provocato l’uccisione, con le prevedibili conseguenze che oggi conosciamo. Lo è stata, e ancora lo è con l’Italia, verso cui respinge – da sempre e a sprangate – i clandestini che attraversano i suoi confini a Ventimiglia ed in Piemonte, oppure quando rifiuta da sempre di partecipare al ricollocamento dei migranti che dovrebbe accogliere.
CFA il Franco coloniale
Lo è stata, la Francia, e lo è ancora “tanto umana” con l’Africa e gli africani, in particolare con 14 nazioni – Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centroafricana, Repubblica del Congo, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Togo -, per un totale di circa 160 milioni di abitanti: infatti, dal 1945, queste sono sue colonie in cui l’imperio della Francia si manifesta con la totale sottomissione di quelle popolazioni, a dispetto anche delle dichiarazioni d’indipendenza delle stesse, dagli anni ’60 in poi, visto che il giogo francese è rimasto inalterato, il controllo monetario ed economico – come dice Mohamed Konare, attivista panafricano, in una intervista a Bioblu – è totale ed inalterato. E Konare ne spiega anche le modalità… molto “umane”! Il sistema con cui si afferma il controllo francese su questi 14 paesi africani è il cosiddetto Franco coloniale – il Cfa -, una moneta che la Francia impose già all’epoca delle colonie, dopo l’accordo di Bretton Woods e che si basa soprattutto sulla proprietà della moneta di questi stati e sul controllo della sua circolazione, oltre che sul diritto che la Francia si arroga di avere, un autentico monopolio, su qualsiasi risorsa o prodotto di quelle terre , espropriandone la popolazione residente.
La Francia in Africa
È la Francia che conia, stampa e distribuisce la loro moneta e già questo la dice lunga su quale autonomia rimane a quelle nazioni, ma non finisce qui: l’Africa è ricca di risorse energetiche e minerarie (la Cina se ne accorta da tempo!) – dall’uranio al gas al petrolio – e quindi la Francia è l’unica che può acquistare al prezzo deciso da lei e con la moneta che lei stessa stampa, queste risorse strategiche. Un bel vantaggio, no? Queste nazioni possono comunque poi vendere ad altri paesi, diversi dalla Francia, gas e altri prodotti, ma chiedendo una sorta autorizzazione alla stessa ovviamente e versando nelle casse del Tesoro francese il 50% del ricavo.
Quindi, se il Congo vende gas agli USA per un milione di dollari, 500 mila di questi vanno versati al Tesoro francese, cosi se uno qualsiasi dei 14 paesi vende prodotti di qualsiasi genere. Secondo alcune stime questo “signoraggio” frutterebbe alla Francia circa 500 miliardi di dollari l’anno. E vi sono pure altre ingerenze concrete nel governo di questi stati, da parte della Francia, ma solo con quanto esposto possa già emergere una chiara posizione di sostanziale sfruttamento coloniale. Premessa la nota situazione di povertà assoluta in cui versano quelle 14 popolazioni africane ne consegue che la Francia di Macron affama la sua bella parte di africani, i quali, per sfuggire a questo dramma, si imbarcano illegalmente sui gommoni o sulle navi delle Ong – alcune ovviamente… francesi! – per arrivare in Europa o, meglio, in Italia.
L’ipocrisia di Macron
Quando, poi, una nave Ong battente bandiera francese si dirige direttamente in Francia coi suoi migranti “ salvati dalle onde” – com’è giusto che sia -, Macron ed i suoi ministri indicono una isterica e becera crociata contro l’Italia e il suo governo accusandola di… di disumanità! Come dire… il bue che dice cornuto all’asino! A questa vergogna se ne aggiunge un’altra: quella delle sinistre italiane che, nel solco della migliore tradizione badogliana, invece di schierarsi con l’Italia ed il suo Governo, parteggiano per lo straniero! Anche a non essere estimatore della nuova “Meloni OGM” – oggi acriticamente nato/atlantista e subordinatamente europeista, ma un tempo ben convinta di quanto fin qui esposto, dato che fu oggetto di un suo frizzante intervento nella kermesse di Atreju -, rappresenta pur sempre l’Italia e l’arrogante supponenza francese necessiterebbe di risposte ferme e corali da parte di tutti i partiti politici. È tempo, allora, di portare formalmente all’attenzione dell’Europa i fatti, ovvero se è compatibile con le regole esistenti che uno stato membro possa, al di la della formale definizione di colonie, esercitare su altri paesi una attività di signoraggio così pesante e profonda e, soprattutto, se sia possibile che uno stato membro possa stampare ed utilizzare una moneta parallela alternativa all’euro.
Emerge inoltre con chiarezza assordante l’insolito silenzio della commissione europea e della sua presidente (solitamente Garula, quando si tratta di criticare l’Italia). Emerge anche, però, come la conversione della Meloni in chiave “nuovo ordine mondiale” non serve e non servirà a permetterle l’ingresso nel gruppo della élite di governo. Non si entra nel clan dei bulli, senza tirare degli schiaffi.
Giovanni Preziosa