I pasdaran del cambiamento climatico – Dopo le sardine e i gretini , ora tocca ai nuovi fenomeni “miliziani del clima”.
Ultima Generazione è il nome della loro campagna di disobbedienza civile. Imbrattano opere d’arte, bloccano il traffico stradale pur di catturare le attenzioni dell’opinione pubblica. Azioni eclatanti che a loro dire equivarrebbero ad aprire una breccia nelle coscienze in ordine al rischio di un collasso ecoclimatico.
Per questo chiedono esplicitamente al governo lo stop alla riapertura delle centrali a carbone e a nuove trivellazioni per estrarre gas naturale. In alternativa propongono un incremento del solare e dell’ eolico di almeno 20 GW. Da tutto ciò, secondo la loro concezione ambientale, dipenderebbe il futuro climatico dell’Italia e del pianeta.
Non entriamo nel merito dei loro raid, il cui valore estetico si commenta da sé.
Imbrattano le opere d’arte
Imbrattare viene dal genovese “bratta” che sta per fango.
Chi appunto, butta fango su opere d’arte di infinito valore è in piena contraddizione se connesso all’idea di un mondo meno inquinato ed un clima inalterato. Prendersi la briga di andare ad insudiciare ciò che per molti è un capolavoro del genio umano, come ad esempio un quadro di Van Gogh, ha l’effetto di innescare più riprovazione che encomio.
Occorre inoltre capire il valore della posta in gioco, considerato che la tanto gettonata teoria del “global warming” presenta in sé molte inesattezze e zone d’ombra. Esistono correnti autorevoli del mondo scientifico che pur senza negare il processo di riscaldamento in atto, dubitano sul ricondurre la sua causa all’opera umana.
Cause antropiche?
I dati cronologici offrono innumerevoli esempi di variazioni climatiche nel corso dei millenni. Il che lascia dedurre una ciclicità del fenomeno legato a situazioni atmosferiche o all’attività solare.
Molto lontano dalla vulgata catastrofista da cui gli attivisti di Ultima Generazione attingono a piene mani.
Ora ai nostri eroi senza macchia e senza paura, riesce comodo far proprio un pensiero edulcorato e conformistico, già pompato da una narrazione mainstream rivestita di scientismo. Occorre sapere che a monte di certe congetture risieda una pletora di interessi racchiusi tutti nella lobby mondiale dell’ecosostenibile.
Qualche controsenso
Singolare che si chieda al governo di accrescere l’uso del fotovoltaico quando è nota la nostra dipendenza dalla Cina soprattutto in termini di componentistica e di microchip.
Dopotutto il Dragone d’ Oriente è anche il secondo paese al mondo per emissione di Co2.
Motivo già sufficiente per chiudere il cerchio d’ipocrisia e smascherare la reale natura di questi improvvisati ecologisti della domenica, veicolati il più delle volte da falsi profeti e carenti di una visione organica della questione ambientale.
Immigrazione e cambiamento climatico
Ad esempio, affermano con improvvida sicumera che al fattore antropico si ascrivono i cambiamenti climatici in corso. Ebbene, quand’anche fosse dovrebbero collocarsi in prima linea nel combattere le migrazioni transcontinentali. Lo spostamento di masse umane verso l’Europa, risvolti etnoculturali a parte, implica un inevitabile sovrappopolamento urbano con ulteriori ricadute ambientali per i territori.
Senza dimenticare l’abbandono delle terre d’origine conseguente allo sradicamento: fenomeno che accelera i processi di desertificazione e di depauperamento biologico deleteri per la tenuta degli ecosistemi.
Gli eco-climatisti tuttavia sembrano non darsene per inteso. Arrivano perfino a sposarne la causa, fiancheggiando ONG ed altri filantropi del pensiero globale. Se questa è la cornice da cui si stagliano le nuove parole d’ordine di questo ecologismo climatico di maniera c’è poco di cui rallegrarsi.
Dio ce ne scampi per davvero.