Stranamente giustizia è fatta, diciamo stranamente perché negli ultimi tempi abbiamo assistito a sentenze assurde da parte di magistrati, che avevano nel loro intento solo quello di avere visibilità e 5 minuti di popolarità, non perseguendo né la giustizia né il buonsenso.
Ecco quanto emerso dalla perizia stilata nei giorni scorsi che le cause le cause del tragico incidente che ha portato alla morte di Ramy Elgaml.
Le colpe della morte del giovane, devono essere attribuite al comportamento sconsiderato e pericoloso del conducente del motoveicolo, Bouzidi Fares, e non al carabiniere.
La relazione della Procura
Nella sua relazione di 164 pagine, il consulente della Procura di Milano, l’ingegner Domenico Romaniello, evidenzia come Fares abbia violato più norme del Codice della Strada e si sia reso responsabile di una guida estremamente rischiosa.
L’incidente si è verificato a seguito di un inseguimento che ha visto coinvolti i carabinieri, dopo che Fares aveva ignorato l’alt imposto dalla pattuglia.
A partire da quel momento, il motociclista ha dato il via a un inseguimento ad altissima velocità lungo le strade cittadine, contravvenendo a numerose norme del codice della strada, e mettendo a rischio la propria vita, quella di Ramy e di altri utenti della strada.
Alla fine una delle tante deviazioni improvvisi del Bouzidi Fares ha fatto sì che conducente dell’auto dei Carabinieri, resosi conto del pericolo ha frenato, ma la reazione se pur tempestiva non è stata sufficiente a evitare l’incidente, vista la poca distanza tra i due mezzi.
Quindi il fatto deve essere catalogato come un normale incidente stradale., La velocità elevata dei due veicoli e l’imprevedibilità della manovra hanno reso difficile ogni tentativo di evitare il tragico impatto.
Adesso Sala deve scusarsi
La perizia in questione ha messo fine a tutte le speculazioni messe in atto da certi personaggi come il sindaco Beppe Sala che non avevano lesinato parole dure nei confronti dell’Arma:
“I carabinieri hanno sbagliato, hanno fatto un inseguimento notturno di 20 minuti e in ogni caso quelle parole sono inaccettabili”, riferendosi al colloquio concitato avvenuto via radio tra le varie pattuglie dei carabinieri quella sera.
Il Peppone meneghino sempre pronto a sproloqui a favore dei suoi amichetti amici del green, gender-woke, degli extracomunitari ed abusivi che infestano la città, ora faccia il mea culpa e chieda scusa all’”Arma”, che ha sempre preso di mira con parole sprezzanti scaricando così le sue responsabilità.
Paolo Ornaghi