Un italiano vero – Oggi vorrei parlarvi dell’Onorevole Aboubakar Soumahoro, che, fresco del suo primo discorso in Parlamento, non ha trovato di meglio da fare che lamentarsi del fatto che il Presidente Meloni gli abbia erroneamente dato del “tu”. A suo dire perché in lei vi è la memoria atavica di appartenere a una “civiltà superiore” quando, in realtà, lo stesso errore lo ha commesso anche nei confronti di altri due bianchissimi colleghi con cui si è prontamente scusata, proprio come ha fatto anche con lui. Un atteggiamento comune in molti immigrati che, nonostante abbiano goduto di tutte le opportunità offerte dal nostro paese, non riescono a fare a meno di continuare ad atteggiarsi da poveri perseguitati dai bianchi cattivi.
Sindacalista
L’Onorevole Aboubakar, però, non è arrivato su un barcone e non ha nemmeno dovuto passare una vita di stenti dormendo all’addiaccio in qualche edificio abbandonato. Lui è arrivato in Italia ventenne, si è accomodato in un’aula dell’Università Federico II dove si è laureato in sociologia per poi intraprendere la carriera di sindacalista. Attività in cui sicuramente non ci si ammazza di fatica raccogliendo pomodori. Né se si è nati in Costa d’Avorio, ne’ se si è nati in Italia e si fa i sindacalisti visitando i luoghi di lavoro solo per constatare in che condizioni vi operano quelli che lavorano per davvero.
Candidato alla Camera dei Deputati
Comunque, dopo vent’anni di onorata carriera al servizio di immigrati sicuramente più sfortunati di lui, gli è capitato anche in sorte di essere candidato alla Camera dei Deputati dall’alleanza fra Verdi e Sinistra Italiana nel collegio Uninominale di Modena dove ha rimediato una sonora sconfitta dal candidato del Centrodestra, riuscendo comunque ad essere eletto grazie a un paracadute nel plurinominale.
A pensar male verrebbe il sospetto che la scelta sia caduta su di lui, non per i meriti che indubbiamente ha, ma per il colore della sua pelle che ai progressisti di casa nostra fa gioco esibire per dimostrare la loro inclusività, sospetto acuito dal fatto che ieri abbiano scelto di affidare proprio a lui la replica al Presidente del Consiglio.
Un italiano vero
Ma in questo lui non ha colpa, anche se dovrebbe magari fare una riflessione su cosa sia più razzista tra l’atteggiamento dei suoi compagni di strada e quello di quanti considera suoi avversari.
Comunque sia una cosa l’Onorevole Aboubakar l’ha sicuramente dimostrata: è un italiano vero, non per il citare a ogni piè sospinto Gramsci, Pertini, i partigiani, la resistenza e una quantità di fatti e personaggi della storia d’Italia di cui probabilmente ha appreso l’esistenza solo nella seconda metà della sua vita, bensì pretendendo gli si dia del “lei”.
Perché, da buon italiano, una volta raggiunta una posizione di potere pretende rispetto e il “tu” è una cosa da poveri, irricevibile anche se pronunciata per errore, quindi, mi raccomando, se vi capitasse di incontrarlo siate riverenti, dategli del lei.