La rivolta di Budapest ’56 – 23 ottobre 1956: i giovani ungheresi si rivoltano contro l’Unione Sovietica.
Studenti, braccianti, operai alzano la testa contro il comunismo spietato di Mosca, seppur orfano da tre anni della mano sanguinaria di Stalin.
La Russia comunista
La Russia comunista è la controparte ideologicamente opposta al mondo occidentale del tempo, con Mosca capitale dell’ateismo di Stato, dell’annientamento delle nazioni conquistate dall’Armata Rossa e. di conseguenza, di fedi religiose, tradizioni, appartenenze politiche e diritti cancellati.
Il materialismo storico spazza via l’identità dei popoli, traducendosi in uno sfruttamento dissennato del lavoro, nell’aggressione alla proprietà privata. Lo Stato si arroga il diritto di entrare nelle famiglie, viste come concetto controrivoluzionario: i figli sono proprietà del popolo, vige – causa martellante propaganda e indottrinamento – la vigliacca usanza di denunciare i parenti renitenti al dogma della bandiera rossa, della falce e martello, quali nemici e traditori.
Cade il muro di Berlino
Con la caduta del muro di Berlino, sembra che il peggior male della storia umana possa essere sconfitto, ma quel mattone dopo mattone tolto dal muro, spiana la strada al globalismo, altro male che va combattuto, tanto quanto il comunismo caduto.
Pensatori come Amedeo Bordiga – comunista – già avevano previsto che, con il progredire del capitalismo, il mondo avrebbe imboccato la stessa direzione che Stalin aveva imposto con il suo terrore rosso: il pensiero unico.
La beffa è che in questo “nuovo mondo”, quasi totalmente asservito, è stato ribaltato, messo sotto sopra: oggi la sola speranza di combattere il dogma è rappresentata proprio da Mosca.
Una luce dall’Est
La Russia non è più comunista – benché molti stentino a convincersi – e rappresenta, nella persona di Vladimir Putin, la forza più potente che possa opporsi al globalismo forzato che gli USA propagandano e intendono esportare sempre più ad est, sacrificando i Paesi alleati come carne da macello, sacrificabile sull’altare del profitto e del dominio mondiale.
I popoli europei che non si arrendono al potere usuraio degli Stati Uniti oggi vedono nella Russia il faro guida. L’Ungheria su tutti, con il Premier Victor Orban in testa, con i nuovi ragazzi di Buda e di Pest. L’Europa tutta si desti, in alto le bandiere nazionali: il sole sta sorgendo di nuovo ad Est!
Antonio Quagliano