Stellantis striglia la UE- L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, interviene dal salone dell’auto di Parigi commentando gli scenari europei inerenti al settore automobilistico. Parole fortemente critiche sulle scelte dell’Unione Europea, un allarme che si spera non resterà inascoltato circa l’invasione dei marchi cinesi in Europa. Al Salone di Parigi balza all’occhio l’assenza di parecchie marche tradizionali, soprattutto le tedesche BMW e Gruppo Volkswagen che hanno disertato l’evento, mentre sono presenti numerosi marchi asiatici. Altra tematica ricorrente nelle esposizioni è la presentazione di numerosi veicoli a trazione elettrica, segno di un progressivo abbandono del motore endotermico.
Le dichiarazioni di Tavares non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni e sono riassumibili in tre concetti fondamentali.
La concorrenza cinese
Quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato di Stellantis non può che avere una ripercussione a Bruxelles. L’UE ha di fatto spalancato le porte dell’Europa ai costruttori cinesi, che guardano con molto interesse al mercato occidentale per due motivazioni principali: in occidente si realizzano le vendite con ricavi maggiori e si impone il gusto dei nuovi modelli in circolazione; l’automotive europeo non ha modo di accedere incisivamente sul mercato cinese, fortemente regolamentato e tutelato da Pechino. La denuncia Tavares è un’accusa alla regia europea: non fa gli interessi della propria industria sulle piazze asiatiche, permanendo una mancata reciprocità nei rapporti tra il dragone e l’Europa.
Euro 7 e messa al bando del motore Diesel
Lapidario il commento sulla normativa Euro7 che secondo Tavares sarebbe di buon senso cancellare. Un messaggio chiaro quello che l’AD di Stellantis fa pervenire a Bruxelles: la nuova normativa sui consumi che entrerà in vigore nel 2025 e che, di fatto, accompagnerà l’industria motoristica fino alla messa al bando dei motori termici – fissata per il 2035 – è una norma fortemente penalizzante in quanto non sostenibile economicamente.
Vita dura per le utilitarie
Le dichiarazioni di Tavares fanno sponda a quanto detto dall’AD di Renault, Luca DeMeo, lo scorso anno: la legislazione imposta dall’Unione Europea penalizza le automobili di fascia economica ed è appena sostenibile per il settore compatto. I costruttori auto dovranno, volenti o nolenti, adeguarsi al nuovo scenario eliminando la produzione di auto di fascia economica. Sarà interessante vedere quali ricadute avrà questo fattore sul mercato italiano, dominato storicamente dal settore B e C – leggi Fiat Panda e Lancia Y. Uno schianto, più che un impatto, per il consumatore costretto a scegliere tra una vettura cinese di fascia economica o aumentare il budget di spesa per l’acquisto di una nuova auto, attendendo lo Tsunami del 2035 che porrà il veto ai motori diesel, ridisegnando completamente gli scenari economici e produttivi di mezza Europa.